“One” è il risultato dell’incontro di tre dei migliori musicisti di in circolazione. Regista dell’operazione è stato il sassofonista tenore brasiliano Ivo Perelman, che rimasto folgorato da una perfomance del batterista ungherese hardcore Balazs Pandi, ha pensato di creare questo trio, nel quale il basso viene suonato da Joe Morris, icona musicale della East Coast degli Stati Uniti.
L’approccio è totalmente libertario, per cui il trio si diletta a arrampicarsi e a scivolare nei territori ora lisci ora difficoltosi del jazz più libero. L’improvvisazione imperversa e ascoltando questi sei brani non ci si annoia mai, perché non si sa mai che cosa può accadere trenta secondi dopo. Registrato in pochi giorni a novembre del 2012, “One” inizia con “Freedom”, caratterizzato dagli imprevedibili guizzi di sax del brasiliano.
La successiva “What Love Can Lead To” è decisamente più morbida rispetto agli altri cinque brani, infatti, “To Remember What Never Existed”, ha una prima parte tranquilla, con preannunciate fughe in avanti del sax, mentre nella seconda parte il ritmo accelera, rendendosi martellante e circolare.
La title-track “One” attinge dalla musica classica, mentre con “Universal Truth” le svisate e momenti spezzettati dominano i nove minuti e mezzo, ma niente a che vedere con la chilometrica “Stigma” (oltre diciassette minuti), estremamente variegate e piena di poliritmie.
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autore: Vittorio Lannutti