Il convinto cammino della Glacial Movements di Alessandro Tedeschi attraverso la musica d’ambiente, glaciale e isolazionista, porta in catalogo una collaborazione magnifica tra due composers d’indiscutibile pregio nell’ambito dell’elettronica mondiale.
Brock Van Wey in arte Bvdub è un prolifico composer americano che nel giro di tre anni ha prodotto una quindicina di album tra cui “The Art Of Dying Alone” e “I Remember – Translations of Mørketid” per la label capitolina.
Loscil invece è lo pseudonimo scelto dal canadese Scott Morgan, ex membro dei Destroyer e da una dozzina d’anni dedito all’ambient o al dub, anch’egli in catalogo nella Glacial Movements con l’album del 2011 a nome “Coast/Range/Arc”.
I due, nel caso di “Erebus”, sono stati in grado di mettere in piedi una rarefatta “picture music” che vaga leggera nell’atmosfera con tappeti lunghissimi di pad, droni, voci non identificabili e appoggiate su calotte di sconfinati riverberi che viaggiano attraverso rotte nordico-minimali e spianate artiche.
La dilatazione del tempo porta anche in questo caso l’ascoltatore a immaginare spazi infiniti e a vivere piacevoli brividi e cold sensations, in un percorso lungo cinque tracce dai titoli piuttosto efficaci: “Aether”, “Hespiredes”, “Hypnos”, “Moirai” e “Thanatos”.
Nonostante il concept intento dalla Glacial sia stato abbondantemente centrato, il lavoro del duo è indirizzato tuttavia verso la mitologia greca.
Erebo, oltre a essere un vulcano attivo situato in Antartide, è una divinità ancestrale dell’antica Grecia che rappresenta le tenebre, l’oscurità e la notte degli inferi; fratello della Notte, con la quale genera Etere che raffigura la purezza, il cielo superiore e l’aria che solo gli dei possono respirare, Thanatos, la morte, Hypnos, il sonno e gemello di Thanatos, le Esperidi, ninfe successivamente a protezione del giardino dei pomi d’oro di Era e infine, le tre Moire, figurazione del destino inesorabile.
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autore: Luigi Ferrara