Social Zoo di Aldo Putignano
casa editrice: Homo Scrivens (collana Dieci)
Prezzo € 14,00
2013, 184 p.
Social Zoo di Aldo Putignano non è un romanzo come tutti gli altri. È un romanzo atipico, molto atipico. Dunque non c’è da meravigliarsi che si sia aggiudicato il Premio speciale Carver 2013.
Anzi per meglio dire, l’autodefinitosi contropremio Carver. Quello per intenderci che obbedisce ad una sola regola: vengono premiati i libri migliori, senza guardare il nome dell’autore o il marchio editoriale.
Nel caso di Social Zoo edito da Homo Scrivens, (giovane casa editrice diretta dallo stesso scrittore) il premio speciale è per la ricerca narrativa, lo stile e l’ambiente utilizzato cioè l’epistolario, le care, oggi potremmo dire desuete, vecchie lettere.
Ma non stiamo parlando di un romanzo epistolare qualunque, come ce ne sono a migliaia in circolazione, anche di autorevoli scrittori. In Social Zoo non ci si scambia delle lettere, come sarebbe d’uso in un qualsiasi romanzo del genere, ma tutti scrivono al protagonista, il misterioso Lorenzo, il quale dopo un certo tempo cestina le lettere ricevute.
Queste ultime vanno a finire nelle mani di un incauto quanto improbabile filologo che, dopo averle emendate e tagliuzzate, decide di pubblicarle.
Ed ecco che dalle epistole viene fuori un caleidoscopio di personaggi del tutto originali: un commissario che indaga senza che sia stato commesso alcun delitto, uno scrittore che vuole raccontare «solo la realtà, grazie» (e che per farlo inizia a pedinare il suo personaggio), un uomo che vorrebbe uccidere tutti (almeno per fiction) e chi pensa che il futuro dell’umanità si sia incarnato in un frigorifero.
Un libro dove i confini della realtà e della finzione si mescolano continuamente, dando vita ad un’opera “con una forte componente meta letteraria – come l’ha descritta lo stesso autore – perché la letteratura diventa una chiave di interpretazione della vita stessa”.
Non solo. Mette anche a nudo una grande verità dell’epoca del web 2.0: le persone comunicano tanto tra loro, ma in sostanza si dicono niente.
Tutti parlano indipendentemente dal loro interlocutore, come in maniera grottesca e surreale mostrano efficacemente i colorati personaggi del libro.
Tra questi Enrica Camilleri che dice: “Vorrei condurre una ricerca sugli effetti nefasti che la scrittura produce sui suoi autori”.
E stando a vedere cosa fa Aldo Putignano quando autografa il suo romanzo, si direbbe davvero necessaria la ricerca. L’autore, invece di scrivere qualche frasetta simpatica firmandola in maniera illeggibile come da convenzione, taglia un pezzo del manoscritto, per la precisione della copertina.
Una bizzarria, degna di un suo personaggio, che lo scrittore così motiva: “ll manoscritto formalmente viola molti aspetti legati alla scrittura, come ad esempio l’assenza del narratore. Quindi ho pensato di violare anche lo stesso oggetto-libro. Se i libri sono la forma delle idee è il contenuto ad avere valore e non il contenitore, quest’ultimo può essere anche rotto perché il testo continua ad esistere al di là della sua identità materiale”.
www.homoscrivens.it
autore: Ornella Esposito
Dalla quarta di copertina:
«Trovo che sia un capolavoro. Ci terrei a farglielo sapere. Gli ho anche scritto in proposito. Ma non mi ha risposto»
Omero
«Disponibile anche in e-book»
William Shakespeare
«Un libro bellissimo è»
Maestro Yoda
autore: Ornella Esposito