Gli Arcane Roots sono un trio britannico formato da Andrew Groves (voce, chitarra), Daryl Atkins (batteria) e Adam Burton (basso) e quest’anno sono già passati live in due occasioni dall’Italia: a Febbraio – qui le foto del concerto di Roma – e poi a Luglio per aprire i mega concerti dei Muse a Torino e Roma.
Nel frattempo è uscito questo loro secondo album intitolato Blood & Chemistry che segue l’esordio Left Fire (2011) – ascoltalo qui – orientato su un ibrido prog metal teatrale ad alto volume, progressivo seppure giocato su soli tre strumenti senza tastiere, eterogeneo nel raccogliere elementi emo-core moderni nello stile vocale lirico, versatile, pulito e urlato di Andrew Groves e glam classici nei molti passaggi hard rock “kashmiriani” delle chitarre.
Inizialmente risulta irrisolto l’accostamento tra indie rock e progressive metal, ma il risultato finale mostra chiarezza di idee malgrado il disco sia un po’ troppo lungo e basato su poche idee certo ben sviluppate ma ripetitive nell’ascolto continuato dell’intera opera. La canzone intitolata ‘Hell & high Water‘ può essere considerata un po’ la sintesi delle doti di questa band, poiché ne contiene tutti gli aspetti: melodia e potenza, emozionante prova vocale di Grooves che sembra condurci in volo con la sua voce, passaggi chitarristici epici classici stile Wolfmother ma anche serrate parti new metal americane, un po’ come accade in ‘Energy is never Lost, just Redirected‘, che ricorda i Coheed and Cambria per l’approccio romantico ed il tipo di melodia.
‘Resolve‘ è un bellissimo singolo, ma da questo punto in avanti la band si ripete soltanto, spesso guardando al gusto metal americano compresso con ritornelli melodici (‘Sacred Shapes’ e ‘Second Birth’), in altre occasioni ispirandosi a roba tipo Biffy Clyro, Pearl Jam e Muse, come nella conclusiva ‘You Keep me Here‘, dunque con predilezione dell’indie rock.
Blood & Chemistry è un disco formalmente impeccabile ed in alcuni episodi anche molto esaltante ma senza sufficiente anima come molto metal moderno di matrice americana. Curioso che Arcane Roots siano britannici.
http://www.arcaneroots.co.uk/
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autore: Fausto Turi