Pubblicato originariamente solo in Islanda con il titolo “Dyrd í Dauðathogn” e diventato in breve l’album di debutto più venduto da un artista locale, In The Silence è il primo disco in lingua inglese del ventunenne cantautore islandese Ásgeir: dunque, ancora e sempre Islanda, a conquistare col suo vento musicale del nord i cuori dell’Europa, grazie anche alla One Little Indian Records, che non si lascia più sfuggire un colpo di quelli che provengono da quelle parti.
I talenti islandesi oramai non si contano più: sarà anche che il successo, prima di Bjork, troppi anni or sono, e poi dei Sigur Ros in tempi recenti, ha aperto le orecchie del mercato discografico fino all’isola dei ghiacci, ma sta di fatto che la produttività e creatività dei vari piccoli ma talentuosi cantautori islandesi sembra non arrestarsi.
Asgeir, rispetto ai due grandi filoni della nuova onda islandese, il post-rock elettronico e il folk, si muove intorno a quello più tradizionale, già seguito dai Of Monsters and Men, e da Olof Arnalds.
Per cui c’è tanta chitarra acustica, come nella delicata Summer Guest, o in In the Silence, ma le delicate armonie folk acustiche spesso si intrecciano con elementi elettronici, come nella bellissima Higher, e lì il folk di Asgeir sembra incontrare l’elettropop d’autore stile Peter Gabriel.
Sono canzoni magiche, soffuse, intimiste (che vedono la luce per la prima volta in inglese, tradotte da John Grant), che rincorrono il filone folk alla americana, come King & Cross o Was There Nothing, ma che a volte non rifiutano toni più alti, come nella gloriosa e epica Torrent, forse il pezzo più bello, o coinvolgono strumentazioni più complesse, come batterie elettroniche e synth, nel caso di Going Home (che da vicino ricorda certe ballate malinconiche di Sting) o Hide Your Head in the Show. L’album ne risulta piacevolmente variato, senza che l’ascoltatore abbia il tempo di annoiarsi della lentezza di una ballata acustica o del troppo computer.
Il finale, con In Harmony e On that Day, torna puramente acustico, con la conclusiva esibizione di toni in falsetto che riportano le atmosfere dell’album a una dolce e pacata intimità melodiosa.
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autore: Francesco Postiglione