A due anni di distanza da Ugly Animals e dall’Ep omonimo, che furono presentati il primo dall’etichetta Ipecac ed il secondo in autoproduzione, ecco ora il nuovo disco dei Retox, passati nel frattempo alla Epitaph.
Feroce e nichilista, questa nuova creatura di Justin Pearson (voce, basso, synth) riesce a trasmettere contemporaneamente angoscia e rabbia, con invettive totalmente frontali selvaggiamente urlate, come del resto è tipico del leader dei fondamentali The Locust, che qui assieme a Michael Crain (chitarra), Thor Dickey (basso) e Brian Evans (batteria) incide 12 brani dalla durata complessiva di 22 minuti fatti di una densità impressionante.
I suoni elettrici grezzi e realistici sono pressochè identici in tutti i brani, l’approccio ritmico e di volume è spietato pur variando da una versione parossistica all’estremo dell’hardcore di Dillinger Escape Plan, Trencher e Drive like Jehu, ad un noise serratissimo stile Metz, ed invettive grind sci-fi contro le autorità – ‘The Biological Process of Politics‘ e ‘Mature Science‘ – che in Italia porterebbero probabilmente all’apertura di un’indagine di pubblica sicurezza (nel videoclip splatter di ‘Mature Science’ i Retox ammazzano un poliziotto, lo sbudellano e dal suo corpo come in un film di Takeshi Miike fuoriesce un componente del Ku Klux Klan, che viene prontamente sgozzato da Justin Pearson, e sul cui cadavere la band sputa sopra prima di andar via…); mentre in altri brani c’è la narrazione di un’apocalisse fatale contro la superbia umana – ‘Don’t Fall in Love with Yourself‘ – e la condanna invasata dello stile di vita del Mondo ricco – ‘Congratulations, you’re Good Enough’ e ‘I’ve Had it up to here I’m Going to Prison’ – ed il disgusto vegano per il consumo di carne in ‘Nose to Tail’.
L’ascolto di Ypll ci sottomette: tutto è compresso e spinto al massimo senza pietà per chi ascolta, malgrado le chitarre della band siano sempre tenute in qualche misura sotto controllo math-core, cosa che del resto accentua ancor più la disumanizzazione del racconto. E tuttavia Ypll costringe a rivedere l’intera scena noise-core attuale alla luce del suo grido di indipendenza, scomodità e contestazione nichilista e disturbante, che rimangono concetti alla base di un certo tipo di rivolta che in un modo o nell’altro deve sovvertire la quiete sociale, il politicamente corretto, e soprattutto la rassegnazione della gente.
Justin Pearson in concomitanza col lavoro ha editato tramite la sua personale piccola etichetta discografica Three in One G – per la quale incidono anche gli italiani Zeus! – un documentario di un’ora su Ypll ed in generale sull’hardcore – guardalo qui: http://www.youtube.com/watch?v=Tfws-vN1fW4 – con ospiti tra i quali King Buzzo dei Melvins, per chi comprende bene la lingua inglese.
https://retox.bandpage.com/
https://www.facebook.com/RETOXRULES
http://www.epitaph.com/artists/album/684/YPLL
autore: Fausto Turi