Tra gruppi in reunion e gruppi che dall’epoca non si sono in realtà mai sciolti, possiamo dire che ad occhio e croce la scena punk e post punk britannica a cavallo tra 70 e 80 oggi è in buona parte in attività, quasi sempre in maniera anche dignitosa. Ci sono in giro Buzzcocks, Wire, Discharge, Exploited, Fall, e appunto gli Stranglers, fondati nel 1974, con un poco entusiasmante diciassettesimo studio album intitolato Giants edito l’anno scorso – ascoltalo qui: soundcloud.com/top-button-digital/sets/the-stranglers-giants-1 – cui segue ora un live contenente 21 brani invece di buon valore, in cui ritroviamo la scrematura delle cose buone del repertorio della band in esecuzioni ruvide, impeccabili, spurie delle indecisioni commerciali degli ultimi 15 anni che in ogni caso non hanno mai dato grandi soddisfazioni al gruppo – fatta eccezione magari per il contratto con la EMI tra 2002 e 2010 – che non realizza lì la propria natura artistica più intima.
La formazione attuale contempla Jet Black (batteria, dal 1974), Jean-Jacques Burnel (basso, voce, dal 1974), Dave Greenfield (tastiera, voce, dal 1975) e Baz Warne (voce, chitarra, dal 2000), e precisiamo che Feel it Live ha l’unico limite significativo nelle voci dei componenti, che si alternano nei brani senza convincere troppo dopo l’abbandono dello storico Hugh Cornwell nel 1990 e del suo rimpiazzo Paul Roberts nel 2006; inoltre il ruvido live in quanto tale è rivolto principalmente ai fans storici che apprezzano degli Stranglers le cose più punk e wave, ai quali anzi la band sembra così rivendicare una nuova fiera appartenenza.
In molti brani, tra cui l’esaltante ‘Rentless‘, ed il loro storico brano ‘The Raven‘ emerge appunto la storica vocazione dark wave della band, che l’ha resa sempre inclassificabile e particolare – ‘Lowlands‘ è una sorta di prog punk, addirittura – come anche la componente sixties garage punk – ‘Hanging Around‘ ed ‘Unbroken‘ sembrano cose degli X, dei Cramps, o dei Fuzztones – proveniente dal vitale apporto alle tastiere di Dave Greenfield, generalmente considerato uno degli eredi di Ray Manzarek dei Doors, o l’attrazione per le nervose schitarrate loureediane, come in ‘Time was once on my Side‘, tratta da Giants.
Gli Stranglers, che ad ogni modo iniziarono a suonare circa 3 anni prima dell’emergere della scena punk del 77, e furono tra i primissimi punk ad avere l’opportunità di incidere un disco, si sono sempre definiti una punk band a tutti gli effetti.
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autore: Fausto Turi