La prima cosa che si palesa nella mente ascoltando il nuovo (e primo) album da solista di Jason Newsted, è la conferma che i Metallica dalla morte di Cliff Burton, primo leggendario bassista, hanno fatto di tutto per tarpare le ali a coloro che per forza di cose hanno preso il suo posto, Jason Newsted prima e Robert Trujillo poi. Probabilmente, concedendo un po’ di spazio compositivo ai propri bassisti, soprattutto all’eccezionale Trujillo (ex Ozzy Osbourne, ex Black Label Society, ex Suicidal Tendencies ed ex Infectious Grooves tra gli altri), negli ultimi anni avrebbero dato alle stampe album molto più interessanti di Reload, St.Anger o Lulu (salviamo il buon Death Magnetic che presenta delle vere gemme al suo interno, impreziosite da un ben ritrovato vocione di James Heitfield, prive però della tenacia e potenza compositiva del nuovo asso del basso elettrico).
Detto questo, lungi dal voler tracciare una sorta di biografia dei Metallica, band alla quale è indissolubilmente legato il nome di Jason Newsted, Heavy Metal Music, che vede quest ultimo al basso e alla voce, Jessie Farnsworth e Mike Mushok alle chitarre e Jesus Mendez Jr dietro le pelli, è il lavoro che molti fan volevano e si aspettavano dall’orgoglioso bassista, per niente una pietra miliare del genere, per niente un capolavoro, ma un buon album di puro e duro heavy metal, godibilissimo nelle sue pur a tratti scontate sequenze ma interessante, vivo e pulsante per groove, intenzione e onestà.
Le canzoni sono trascinanti quanto basta per far sì che l’ascolto fluisca ininterrotto, merito dei riff granitici sempre accompagnati da buone melodie e di furiosi assalti di basso e batteria onnipresenti a ricordare la rabbia di Newsted e la sua voglia di riafferrare il treno che lo riporti in prima linea sulle frontiere dell’heavy metal, o, quantomeno, di far ascoltare al mondo per la prima volta la sua musica senza che il suo nome sia legato a Metallica, Voivod o Flotsam & Jetsam.
L’album, che raggiunge la nostra sufficienza, non spicca certo per originalità, questo l’abbiamo già detto, ma ci sono un paio canzoni che vale la pena di ascoltare, e magari di segnalare, soprattutto nell’era in cui i brani, estrapolati dall’album, sono singolarmente acquistabili sulle varie piattaforme musicali del web, e che sono degne di nota, accendendo la speranza per una dignitosa carriera per i Newsted, magari in seguito ad una ritrovata vena creativa per il bassista solitario, mi riferisco alla bellissima Nocturnus, col suo intermezzo melodico dalle atmosfere inquietanti, la thrasheggiante Kindevillusion dove è in evidenza la voce arrabbiata di Newsted e Ampossible dal ritornello melodico e cantabile, per il resto, l’intera proposta si muove tra un groove thrash debitore (di nuovo) ai Metallica degli anni novanta e ritornelli melodici conditi da chitarre che ammiccano al rock e alle classifiche. A tal riguardo preme precisare una cosa, l’album ha venduto la bellezza di 8.000 copie nella prima settimana piazzandosi alla posizione n.40 di Billboard 200 Chart: se la risposta dei fan è stata così buona, allora Jason ha fatto centro.
Aspettiamo di vederlo dal vivo in Italia e magari di ascoltare un suo secondo album, con canzoni più ispirate, perchè, se questo lavoro rimanesse un capitolo unico, lascerebbe l’amaro in bocca di un esperimento a metà, un pò come ha fatto Steve Harris con i suoi British Lions. Gli diamo piena fiducia per ora, se la merita tutta.
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autore: Nicola Vitale