In genere si dice che il terzo disco sia quello della maturazione e per Maurizio Pirovano questo “Un giorno qualunque” è sicuramente il migliore.
L’artista lombardo segue le tracce solcate da Ligabue, a volte troppo forti le influenze che gli fanno perdere in personalità.
L’album è dotato di discrete ballate e brani rock tirati e coinvolgenti. Il sound Americana è ben presente in tutte le dodici canzoni, con classici assoli di chitarra e una base ritmica sostenuta.
I testi sono interessanti, trattano sia tematiche biografiche, sia quelle del viaggio (“Così sia”, “Storie”) e del cantastorie in grado di guardarsi intorno e di cogliere quei particolare che soltanto i cantautori di rango sono in grado di osservare e di descrivere con maestria nelle canzoni.
Il brano più coinvolgente è “Domani parto” una bella cavalcata che si dirige come un cavallo pazzo verso il New Jersey di Springsteen e Southside Johnny.
In “Quanta storia ci va” Pirovano, invece, esprime la necessità di muoversi, di cambiare situazioni e stili di vita e anche in questo si riscontra lo spirito rock’n’roll, ma anche una bella vena cantautorale.
autore: Vittorio Lannutti