Che il funk e l’hip-hop siano tornati prepotentemente ‘in’ è sotto gli occhi di tutti. Sembra che oggi non si parli di altro ma questo non è necessariamente un male se a generi anticamente ghettizzati si dà oggi la possibilità di un recupero creativo, esattamente il contrario di quello che fanno tanti nomi mainstream che calcando palchi nazionali mettono in atto una sterile riproposizione di stilemi che culturalmente non ci appartengono.
Gli Smania Uagliuns con Troglodigital (secondo album, il primo, Rural Chic Revolution è del 2009 e gli fa guadagnare il premio M.E.I. per quell’anno come migliori artisti hip-hop) si pongono all’interno di questi mondi e li valicano in modo molto intelligente, aggiungendo adeguate e necessarie dosi di elettronica e di soul. Good vibes quindi, pescando molto dal passato ma senza pagarne nessuno scotto, anzi, apparendo decisamente moderni.
Volendo soffermarsi sul concetto che a volte ‘le parole rovinano i brani’ – per loro stessa ammissione -, occorre però dire che gli Smania Uagliuns di parole ne dicono tante. Questo è dovuto al fatto che Troglodigital è concepito come sorta di concept. Inevitabile quindi che per loro siano importanti come dovrebbe essere per tutti quelli che utilizzano il rap come modalità espressiva, ma non voglio aprire ulteriori parentesi che forse saranno necessarie in altra sede, quando ritorneremo sul concetto di rap, concetto che viene prima della definizione di hip-hop e che in molte giovani realtà italiane è sicuramente più calzante rispetto a quello generico – appunto – di hip-hop (penso a gente come Zona MC in cui la rima non è una zavorra o a Loop Loona e Le Gal che al contrario puntano molto sulle metriche).
Passando alla musica, la U.K. Bass anni ottanta souleggiante viene mitigata da influenze mediterranee di artisti ‘black inside’ come il primo grandissimo Enzo Avitabile, anche se in certe cadenze, in certe declinazioni vocali, l’ombra lunga del Raiz e di altri nomi celebri della scena napoletana ancora pesa (fortunatamente solo in alcuni episodi e soltanto quando i ragazzi esplicitano il loro essere meridionali, lucani con esattezza). Oltre – come già detto – ad un uso dell’elettronica mai invadente.
Un lavoro complesso dunque dietro un’apparente leggerezza che ne è l’arma migliore.
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autore: A.Giulio Magliulo