Nati come gruppo grunge, genere che ha contraddistinto il loro esordio del 2010 con “When tomorrow hits”, nel corso di tre anni i Mad Penguins hanno evoluto il loro sound rendendolo più duro approdando in territorio stoner. Non a caso il trio bresciano in questi anni ha condiviso il palco con gente del calibro di Karma to Burn e Orange Goblin.
Con “El capretto”, yerzo lavoro ufficiale, i nostri riescono a stare in equilibrio tra grunge e stoner, ponendosi nella giusta collocazione e sul crinale tra i primi e più acerbi Mudhoney e i primissimi Kyuss.
Le chitarre sono sempre acidissime e pronte alla colata lavica, ma la ritmica è sempre nervosa per cui i brani non sempre sconfinano nello stoner ma in un certo hard-core old school.
La continua tensione e questo ‘strano’ stare in mezzo tra più generi rende l’album accattivante, e il trio riesce a non farci ripiangere i migliori stili musicali nati negli Usa venticinque anni fa.
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