In dieci anni di attività il duo dinamico C’mon Tigre, si è sempre ampliato in un collettivo di musicisti e artisti internazionali, mettendo al centro del proprio percorso artistico un’ampia gamma di culture e tradizioni musicali che arrivano da ogni parte del mondo, per fondersi con le arti visive e creare esperienze sonore coinvolgenti con un forte immaginario cinematografico.
Ad oggi hanno pubblicato cinque album, guadagnandosi il plauso della critica e un fedele seguito internazionale, grazie anche alle collaborazioni con musicisti del calibro di Colin Stetson, Seun Kuti, Arto Lindsay, Xênia França e gli artisti Gianluigi Toccafondo, Harri Peccinotti, Danijel Žeželj e Paolo Pellegrin, solo per citarne alcuni.
Per celebrare la ricorrenza del decimo anniversario dall’uscita del loro omonimo disco d’esordio, edito dalla Africantape in una tiratura di 301 copie in vinile, esaurito rapidamente, e successivamente ristampato dalla band andando nuovamente esaurito, il combo marchigiano pubblicherà nuovamente l’album ristampato con il trattamento della Computer Students™ e sarà disponibile in tutto il mondo l’11 aprile 2025. La ristampa fisica sarà pubblicata in concomitanza con l’uscita digitale di Live at Tpo 2025, che documenta il primo spettacolo dal vivo della band con nove musicisti sul palco. La performance è stata registrata a Bologna il 7 febbraio 2025.
In questa nuova versione ampliata l’album s’intitolerà TEN acronimo di Tenth Edition Newness, e presenta una copertina leggermente modificata, oltre a un libretto di 12 pagine con una serie di scritti e immagini che mostrano l’inventiva artistica della band al suo apice. TEN sarà offerto su doppio vinile nero con copertina gatefold e contenuta in un’esclusiva busta di alluminio Type-2 termosaldata, per gentile concessione di Computer Students™.
Facile immaginare che anche in questa nuova versione campeggi il motto del gruppo che recita: “C’mon Tigre are two people / C’mon Tigre is a collective of souls”, un modo estremamente efficace per illustrare come partendo dalle trame sonore scritte dal duo, queste vengano poi ampliate dai musicisti ospiti che aggiungono suoni dal mondo, creando un suono che risulta tanto variegato quanto sorprendentemente omogeneo.
Il risultato è un’affascinante miscela di musiche che sono difficilmente etichettabili, visto che spaziano tra il jazz e il reggae, tra l’afrofunk, la psichedelia e la world music, con chitarre, fiati e percussioni che attraversano tutto il disco in maniera obliqua, visto come a volte appaiono protagoniste e a volte, fungono da tappeto sonoro accennato in lontananza.
Un disco stratificato in cui le voci vengono usta al pari degli strumenti, risultando a volte protagoniste, mentre in altre occasioni sembrano solo un complemento d’arredo dei brani. Più che focalizzarsi sui singoli brani, il modo migliore di approcciare un disco tanto complesso quanto affascinante, è quello di lasciarsi trasportare dal flusso dei suoni quasi come se si ascoltasse una sola luna suite, con tanti movimenti diversi che hanno il potere di portare l’ascoltatore ad attraversare non solo in mondi sonori diversi, ma allo stesso tempo di portarlo alla piacevole scoperta di piccoli particolari diversi che emergono ad ogni ascolto.
Ma se proprio dobbiamo menzionare qualche brano, non possiamo che partire dall’opener “Rabat” dal soffice tocco psichedelico, passando per il coinvolgente singolo “Federation Tunisienne de Football”, accompagnato da un ottimo video animato a cura di Gianluigi Toccafondo, il jazz che filtra con l’elettronica di “Fan for a 20 years old Human Being”, il free jazz sintetizzato di “A World of Wonder” e quello sporcato di blues di “Commute” che non disdegna di ammantarsi di soul.
Un mondo con il Mediterraneo al centro quello che i C’mon Tigre hanno compresso dall’iniziale “Rabat” alla conclusiva “Malta (The Bird And The Bear)” brano magnifico che è capace di mescolare suoni balcanici e mediorientali con un tema di chitarre in secondo piano che fanno da contrappunto ai fiati, in una maniera che forse meglio di qualsiasi altra cosa, riesce a definire il concetto di world music per come lo intendono i C’mon Tigre.
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