Ci sono voluti ben quattro anni dall’omonimo singolo d’esordio a che i Cutters arrivassero a pubblicare questo attesissimo album d’esordio. Sebbene l’attesa sia stata mitigata dalla pubblicazione degli Ep “Modern Problems” e “Australia War Crimes” entrambi editi nel 2021 sempre dalla Legless, c’erano molte aspettative su di un lavoro più completo e consistente, da parte del quartetto di Melbourne.
L’attesa e l’aspettativa sono state ampiamente ripagate sin dai primi ascolti di questo “Psychic Injury” pubblicato da pochi giorni da quella Legless che si sta confermando come l’etichetta discografica di punta della scena australiana di questo nuovo millennio.
Una affermazione questa incontrovertibile visto che attraverso la piccola etichetta di Rye, Victoria, sono usciti negli ultimi cinque anni i dischi di formazioni del calibro di Stiff Richards, Split System, C.O.F.F.I.N., Doe St, Drunk Mums, Polute, Stepmother, Jackson Reid Briggs and The Heaters, solo per citarne alcune.
Presentato come un disco di “Blistering Punk, wretched music for wretched times”, Psychic Injury è una sorte di ferocissimo assalto sonoro punk/hardcore con testi rabbiosi contro il sistema e la moderna società australiana. L’invito arriva sin dal brano d’apertura “Airport Smoking Lounge” in cui il vocalist Savage Garbage ci invita a lasciarci “avvolgere dalle immagini e dai suoni” ma restare vigili perché “il futuro si prospetta più cupo di una sala fumatori dell’aeroporto” e soprattutto scegliere da che parte stare in questa vera e propria invettiva ecologista.
Il singolo digitale che ha preceduto l’uscita dell’album, “An Ode To Shoplifting” impreziosito dalla seconda voce dell’ospite Grace Gibson (Future Suck/ Blonde Revolver), è un’altra feroce invettiva a “taccheggiare per sempre”, mentre i “Doomscroller” si pone l’attenzione su di un potere occulto che ci programma rubandoci la capacità di attenzione.
“Psychic Injury” è tutto un susseguirsi di brani ad alto voltaggio molto spesso velocissimi e dal minutaggio conciso come in brani cardine tipo “Landlord Nation” in cui si parla della ricchezza in mano a pochi che costringono la gente “a pagare per un posto dove vivere” oppure dichiararsi con grande autoironia come “come “I’m the first of many suckers” non perdendo mai di visti i loro bersagli come in “Jobs For The Boys” in cui i Cutters affermano che “I politici falliti non dovrebbero andare in giro a parlare/i politici falliti dovrebbero essere inchiodati a terra”. Come dargli torto?
Non mancano brani di ampio respiro e più strutturati come “Glass Tomb”, “Frail In The Mind” in cui i brani sono intrisi di riffs poderosi e il suono si avvicina di più ai grandi nomi dell’aussie rock del passato e che servono a rendere più completi i discorsi che i Cutters hanno inteso affrontare in questo pregevole album, come ad esempio quello della depressione che in “Depresso Rant no. 69” è raccontato con brevi ma efficacissime immagini.
In un modo avvolto di così tanta negatività c’è un barlume di speranza espresso nella conclusiva “Revelations Of Divine Love” in cui si afferma che “C’è una luce nel tunnel attraverso tutte le lotte” per contrastare il potere e riscattare quelle “Vite più belle della nostra sono state spente dal plotone d’esecuzione!”.
In “Psychic Injury” c’è tutto questo e molto altro ma soprattutto c’è la certezza e l’ennesima conferma che il miglior punk dei nostri giorni arriva dalla lontana Australia, e sebbene occorre fare un po’ di fatica per accaparrarsi questi piccoli gioielli, bisogna inseguirli e portarli all’attenzione di un pubblico distratto dai troppi stimoli che riceve, basta non seguire l’invito di Savage Garbage quando canta “odio il pubblico, allontanatevi da me”.
Psychic Injury è pubblicato in Europa da Drunken Sailor Records.
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