Ho aspettato ben due anni il momento di rivederli, due anni dall’uscita di Magic Chairs e dal loro mitico concerto all’Init di Roma. Ricordo che fu un concerto per pochi, con un pubblico vero e coinvolto, ricordo l’atmosfera sognante, il mio grandissimo trasporto e coinvolgimento.
Ebbene: con quel ricordo e con un’incredibile voglia di emozionarmi come allora, torno a vederli, a Milano, alla Salumeria della Musica.
Mads Brauer, Casper Clausen & Rasmus Stolberg, nel frattempo, hanno dato vita ad un nuovissimo lavoro, molto diverso dal primo album: Piramida.
Questa loro ultima opera (una piccola opera d’arte) nasce, appunto, a “Piramida”, un insediamento russo e semi abbandonato situato su un’isola dell’arcipelago di Svalbard (tra la Norvegia e il Polo Nord), dove la band ha concepito il nuovo progetto, ha raccolto spunti e campionato oltre 1000 suoni con cui ha realizzato i pezzi dell’album.
Nella performance live abbandonano la componente strumentale e l’importante contributo artistico della Andromeda Mega Express Orchestra oltre che degli artisti Peter Broderick (violino), Earl Harvin (batterie), Nils Frahm (piano).
Sono in sei, con Katinka Fogh Vindelev (piano e voce), Tatu Rönkkö (batteria) Martyn Heyne (piano, chitarra e voce).
Gli Efterklang portano con sé tutta la magia e la malinconia dei paesi da cui arrivano: il loro paese d’origine (la Danimarca), di adozione (Berlino) e l’ispirazione delle terre del nord. Descrivono, con suoni delicati ed eleganti, affascinanti scenari, tramonti e albe che esplodono di colori.
Hanno con sé una scatola di legno, in cui, per ogni tappa del tour, raccolgono oggetti più disparati dal pubblico per recapitarli al pubblico della data successiva. Una mela, una cartolina, una penna, un messaggio…
E, proprio come nella scatola, in un loro live si trova davvero di tutto: c’è un’isola decadente e abbandonata, c’è il sogno, c’è la storia, c’è l’amore, grandi sorrisi misti a nostalgia, colore ed energia, forma, perfezione, semplicità.
C’è soul, esotismo, sperimentazione, falsetti e parentesi glich pop. C’è il folclore.
C’è la voce calda e suadente di Casper , la sensualità di Katinka, gli spettri sonori profondissimi, stratificati e che arrivano a toccare le corde più intime.
Gli Efterklang ipnotizzano, sono teatrali, pomposi, vanesi. Belli.
La perfezione delle loro composizioni e l’equilibrio raggiungono in loro apice in pezzi come Hollow Mountain (pezzo di apertura) o Sedna, così come Alike e Modern Gift dal vecchio album.
O Frida Found a Friend. Scandinavian Love e Natural Tunes (riproposta nel bis). E la sensualità di The Ghost, con il suo ritmo incalzante. In chiusura, l’eleganza di Black Summer.
Non riesco a parlare degli Efterklang lasciando da parte la suggestione e i miei personalissimi stati emotivi e focalizzandomi su tecnicismi e ispirazioni, perché questi si fondono sempre con il sentimento.
Ed è questo, alla fine dei loro live, quello che ti porti a casa, come un oggetto “qualsiasi” di un fan “qualsiasi” preso dalla scatola di legno.
Un bel concerto.
E comunque, io, nella scatola, ho lasciato il mio biglietto strappato all’ingresso, un feticcio di cui non mi privo mai tanto facilmente.
autore: Sara Ferraiolo