Dopo l’ottimo Ep “Five Things” pubblicato nel 2020 il trio riminese delle Smalltown Tigers approda alla tappa del primo album con una collezione di dieci nuove canzoni che miscelano con sapienza punk rock, garage, power pop e surf music.
Fedeli alla regola che recita: “squadra che vince non si cambia” Deborah Valli e compagne si sono affidate nuovamente alla sapienti mani del produttore Stiv Cantarelli e di Robi Villa che ha registrato e mixato il tutto prima che le nuove canzoni finissero a Detroit nelle sapienti mani di Jim Diamond (Dirtbombs, Von Bondies, White Stripes e tanti altri) per il mastering definitivo. Orchestra il tutto come sempre l’ottima label pisana Area Pirata.
Seppure “Crush On You” presenti un suono ben riconoscibile, rispetto all’Ep d’esordio Castel, Monty e Valli, hanno deciso di fare un significativo passo in avanti variando le atmosfere del disco che partendo da precisi e ben riconoscibili fonti d’ispirazioni come i Ramones le L7 e Donnas, hanno messo un tocco personale nelle composizioni affinate prima di entrare in studio, nella tournée europea che le ha viste fare spalla ai prime movers Damned.
L’album si apre con due brani di puro garage punk come “Meet Me In The City” e “Crush On You” che accanto a riffs grintosi mettono in luce una linea melodica che fissa subito in testa le canzoni. Subito dopo arriva il primo spartiacque del disco: “In A Dream (With a Fool Like You)” è un bel pezzo mid-tempo di scuola power-pop che rappresenta una potenziale svolta futura per la band che si dimostra capace di scrivere canzoni con meravigliosi ganci pop come quelli di questo brano.
“Teddy Bear” catapulta il trio negli anni Novanta delle riot girls già citate in precedenza, mentre in a “I Want You” sembrano dei Pixies accelerati che picchiano duro consapevoli di non dovere fare prigionieri.
Ci sarebbe bisogno di una pausa ed invece le Smalltown Tigers continuano a velocizzare i ritmi del disco con “Maybe”, una delle canzoni migliori del lotto, che mette in mostra un grande lavoro sulle parti di chitarra. Ma i Ramones fremono di apparire in tutta la loro stupefacente influenza e si palesano in brani all’apparenza semplici come “Monster” e “Joey” con quest’ultima che è più che un sentito omaggio al compianto frontman del gruppo newyorchese.
In mezzo a queste due cavalcate è stata collocata “Dressed Right And Skinny” il brano più “lungo” del lotto (3:23) ma anche quello più atipico ma che non rompe l’omogeneità del disco. La chiusura è degnamente affidata a “Killed Myself When I Was Young” che nel ritmo ed in alcune scelte (battimani e presenza del sax) ben riconducibili a Iggy & The Stooges non può che omaggiare i padrini assoluti di chi ama il rock’n’roll e vuole mantenerne vivo lo spirito come fanno queste tre ragazze italiane che vogliono dimostrare che lo si può fare bene anche in una provincia dell’impero come la nostra.
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