Dopo un pregevole omonimo disco d’esordio pubblicato nel 2019 che gli ha fruttato diverse nominations ai Grammy Awards, riconfermate anche in questo 2023, e li ha catapultati ad esibirsi, seppur virtualmente, alla cerimonia d’insediamento della Presidenza di Joe Biden nel 2021, i Black Pumas tornano sulle scene con “Chronicles of a Diamond” un disco carico di aspettative rivolte alla conferma di un talento compositivo che ha dato nuova linfa al soul del secondo millennio.
Il duo di Austin, Texas, composto dal cantautore Eric Burton e dal polistrumentista, produttore Adrian Quseada per questo loro secondo album; ha deciso di alzare decisamente l’asticella e contaminare ancora di più la loro musica evitando di ripetere un cliché di successo che avrebbe riempito i conti in banca, ma non avrebbe portato da nessuna parte. Per fortuna il nuovo lavoro dei Balck Pumas è un gioiello moderno di neo-soul che incontra il rock psichedelico lavorando sugli arrangiamenti in maniera mirabile, in modo che le canzoni d’amore di Burton vengono rivestite di sperimentazioni musicali ricche di variazioni che spaziano dal funky, all’hip hop passando per il rock con una disinvoltura che rasenta la perfezione. È come se il duo avesse svolto una ricerca in profondità alle proprie influenze riuscendo a trovare un filo conduttore che riesce a legare l’hip-hop di Atlanta, il pop estivo, il garage-rock, il noise, l’elettronica, il suono della Motown ibridato con la psichedelia.
Il disco si apre con un trittico di canzoni scintillanti: “More Than A Love Song” ha tutti i pregi di un inno soul, orecchiabile e pieno di grinta; “Ice Cream (Pay Phone)” è un vecchio brano scritto da Burton dieci anni fa e rimasto chiuso in un cassetto prima che venisse tirato fuori oggi per dare una consapevolezza maggiore al suo autore, su quale strada seguire per realizzare questo album. Mentre il singolo “Mrs. Postman” riveste l’hip hop di un’aura jazz particolarmente efficace che presto lascia spazio alla title track, una ballata lenta che mette in risalto la gamma vocale di Burton, mentre Queseada stende sotto un tappeto sonoro che sembra fuoriuscire da un disco di DJ Shadow.
“Angel” è una delicata ballata semi acustica che mette in evidenza bellissimi arrangiamenti di chitarra e delicati cori che impreziosiscono il testo cantato. Il resto dell’album sorprende passo dopo passo: “Hello” esalta le parti vocali mentre nei successivi brani “Sauvignon“, “Tomorrow” e “Gemini Sun” è possibile fare un viaggio nell’eccellenza musicale del duo e nella poetica di Burton che mentre in “Tomorrow” canta “Tutto quello che voglio fare è vedere / tutto quello che c’è da vedere / ai confini del domani” in un crescendo che dal soul vira verso il gospel, viene accompagnato da una assolo di chitarra fuzz che nel finale stravolge questa delicata ballata. L’album si chiude con la criptica “Rock and Roll” brano incentrato su di una linea di pianoforte ripetuta che sembra gettare le basi verso un futuro che accrescerà ancora di più le aspettative degli ascoltatori.
“Chronicles of a Diamond”, pubblicato dalla ATO Records, è un gran bel disco che sorprende ed innova un linguaggio consolidato come il soul, ma getta anche un ponte verso il rock meno canonico e sempre più contaminato.
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