Dopo ben 45 anni di carriera e sette anni di silenzio discografico i Deep Purple hanno pubblicato il loro diciannovesimo album in studio dal titolo enigmatico ”Now What?!”. L’album, uscito per earMusic il 26 aprile 2013, è stato affidato alla produzione di Bob Ezrin, celebre produttore e autore canadese, artefice di alcuni dei più grandi capolavori della storia del rock come The Wall dei Pink Floyd e Bilion Dollar Babies di Alice Cooper, solo per citarne un paio.
L’attesa era tanta, e le aspettative erano molto alte, soprattutto in seguito ai numerosi eventi che si sono succeduti di recente in casa Deep Purple, ultimo fra tutti la dolorosa scomparsa di Jon Lord nel 2012, storico tastierista della band, il cui posto era stato preso già dal 2002 da Don Airey, veterano della scena musicale rock dagli anni ’70 ad oggi.
Bisogna essere franchi, i Deep Purple sono una di quelle formazioni musicali che hanno scritto la storia del rock e la colonna sonora di più di una generazione, ma non pubblicano un lavoro degno della loro fama ed importanza probabilmente dal controverso ”The Battle Rages On” del 1993, l’ultimo contraddistinto dalla formazione ”classica” con Ritchie Blackmore alle chitarre e Jon Lord alle tastiere (ensamble comunemente denominato Mark II), lavoro tra l’altro molto criticato per la performance vocale di un Ian Gillan sempre più calante sia dal vivo che in studio.
Now What?!, invece, è il miglior regalo che i Deep Purple potessero fare oggi ai loro fans. Non è un capolavoro, c’era da aspettarselo, ma ha una sua anima e una sua precisa identità. Innanzi tutto il suono è davvero bello, merito della produzione curata e studiata di Bob Ezrin: mai si erano ascoltate le canzoni dei Deep Purple con un suono così definito e moderno, e questa è sicuramente la prima importante novità.
Le canzoni sono 13, tra cui ben due tracce bonus, e l’album intero dura un’ora e più, forse questo è uno dei motivi per i quali il suo ascolto per intero può risultare a tratti legnoso o noioso, ma senza dubbio ha i suoi ottimi momenti. A Simple Song è una canzone bellissima, davvero fresca, con una introduzione epica e avvolgente, e rappresenta uno degli episodi più riusciti e convincenti del disco, insieme a Weirdstan, dove echeggiano acceni a quella che fu l’interpretazione beatlesiana della musica indiana, Above and Beyond, forte di una epicità da troppo tempo accantonata dai nostri, e la funkeggiante Body Line, dove troneggia l’autocitazione, specie negli scambi di scettro tra chitarra e tastiera, solo che al posto di Blackmore e Lord ci sono Steve Morse e Don Airey, ottimi musicisti che svolgono il loro lavoro nel modo migliore possibile, dimostrando che, a livello strumentale, e soprattutto dal vivo, i Deep Purple sono ancora una delle realtà più avvincenti e interessanti in circolazione. Le altre canzoni sono trascurabili, soprattutto perchè, laddove sorge uno spunto interessante, questo viene spesso soffocato dalla mancanza di idee valide a svilupparlo, o da quelle che vengono spesso definite le canzoni ”di mestiere”, quasi sembra, a volte, che si stia cercando di allungare il brodo. Davvero brutta e scontata, invece, Hell To Pay, primo singolo estratto da Now What?! che non assolve affatto al suo compito di offrire un’adeguata presentazione ad un album che regala ottimi momenti, come la gradevolissima e pregevole nostalgia di All The Time In The World, forte di una melodia che cattura subito la memoria e l’immaginazione. Alquanto inusuali, quanto accattivanti, sono, invece, il testo e l’atmosfera spettrale di Vincent Price, secondo singolo annunciato per questo album. La cosa senz’altro positiva è che Ian Gillan sembra cantare nel suo registro senza sforzarsi di ritornare ai fasti della sua gioventù.
Now What?! è probabilmente quell’album che i Deep Purple hanno pubblicato per urlare al mondo ”siamo ancora qui, e siamo in ottima forma”, e quello che si può di certo dire è che è pervaso da un’inconfondibile traccia di equilibrio e di entusiasmo. L’album della ripartenza di una leggenda che ha ritrovato il suo equilibrio, dopo 45 anni di vita on the road fatta di passione, sudore, e vero Rock n’ Roll.
Ian Gillan (voce), Steve Morse (chitarra), Roger Glover (basso), Don Airey (tastiere) e il fondatore Ian Paice (batteria) a luglio saranno in tour in Italia, queste le tappe:
Domenica 21 presso l’Ippodromo del Galoppo di San Siro a Milano all’interno dell arassegna City Sound: inizio ore 20.30 Ingresso posto unico € 40 Tribuna Non Numerata € 50 + prev.
Lunedì 22 presso la rassegna Rock In Roma, mentre Mercoledì 24 suoneranno al Festival di Majano a Udine.
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autore: Nicola Vitale