Annunciato dopo ben sette anni di pausa dal precedente The Wilderness, (se si esclude la loro quinta colonna sonora del 2021 per il documentario Big Bend) il tanto atteso ultimo lavoro degli Explosions In The Sky è uscito il 15 settembre per Bella Union, l’etichetta che più da vicino segue il post rock e le tendenze attuali.
Con questo disco, di soli sette pezzi però lunghi e intensissimi, gli Explosions rivendicano il loro titolo di essere gli alfieri più coerenti del post rock insieme ai più famosi Mogwai.
Dal 1999 ad oggi, in sette album e cinque colonne sonore, gli Explosions non hanno mai rinunciato ai due dogmi del post-rock più puro: niente voce e niente assoli, solo riff di chitarra, effetti di pedale, e tanta tanta atmosfera data dagli eccezionali tempi di Christopher Hrasky alla batteria, accompagnato dal basso stile anni ’80 di Michael James.
Su questa indispensabile base ritmica, sempre diversa e nuova in ogni canzone, le chitarre di Mark Smith e Munaf Rayani disegnano emozioni infinite.
End è probabilmente il più sontuoso disco degli Explosions fino ad ora, in grado di mescolare le atmosfere dei loro primi dischi molto chitarristici con le sperimentazioni degli ultimi lavori, cosa che appare già nella prima traccia e singolo del disco, Ten Billion People, che inizia apparentemente elettronica, ma poi si staglia sulla base dei riff infiniti di chitarra.
Per quest’album, inizialmente ispirato dal buio, dal dramma, dalla riflessione sul rapporto vita-morte, la band ha dichiarato che “il nostro punto iniziale era scrivere e concepire intorno al tema della fine, per esempio pensata come morte, ma anche come fine di un’amicizia o un amore. Ogni canzone è venuta da una storia, o un’idea che uno di noi ha avuto e che ciascuno ha espanso nel proprio mondo. Forse è la nostra natura, ma continuiamo a pensare che il titolo dell’album si apra a molte interpretazioni, la fine può significare uno stop ma anche un nuovo inizio, e quello che compare dopo che una cosa è finita può impallidire rispetto a ciò che ne viene dopo”.
In quasi 25 anni di storia di una band che non ha mai cambiato, e questo è quasi un record, la sua line up dei quattro elementi, gli Explosions hanno venduto due milioni di dischi e hanno partecipato ai tour di band come Nine Inch Nails, The Smashing Pumpkins, The Flaming Lips, Death Cab for Cutie, Il loro stesso album, riconosciuto già dalla band come uno dei loro principali capolavori, sarà accompagnato da un mega tour di 26 tappe intercontinentali che parte da settembre e toccherà Dublino, Manchester, Londra, Parigi, Lione, Barcellona, Madrid, Berlino, Bruxelles, ma senza spazio per ora per le città italiane.
La vera svolta di questo disco è l’abbandono della etichetta storica Temporary Records, ma solo per l’Europa: e la Bella Union non può che garantire al massimo la qualità della produzione di un disco puramente, solidamente, fedelmente post-rock.
Basterebbero gli intro di un pezzo come Loved Ones, o il basso preminente in tutta la prima metà di Peace Or Quiet, a far capire come questo post-rock così coerentemente espresso è debitore di certo rock new wave anni ‘80 che per primo rinunciò agli assoli per puntare ai riff, e in particolare nell’intro di Loved Ones nessuno potrà non riconoscere il debito di questa canzone a With or Without You e più in generale alle soluzioni stilistiche di The Edge dell’epoca, vero precursore della ricerca musicale di un Rayani o uno Smith tutta concentrata sulla riproduzione di singole note spesso ripetute per dare l’effetto epico. All Mountaines e soprattutto The Fight raggiungono al vertice questo lirismo epico della musica degli Explosions, vero e proprio marchio di fabbrica, che qui in questo disco è portato al massimo compimento anche grazie alla lunghezza dei pezzi, quasi tutti da sei minuti, e dal fatto che molti di essi conoscono cambiamenti di ritmo e anche di melodia, diventando vere e proprie mini-composizioni.
In questo senso davvero si può dire che End sublima le caratteristiche tipiche degli Explosions: e forse per questo anche il titolo rappresenta una conclusione ideale di un percorso che comincia con l’innocenza del primo disco, anch’essa citata nel titolo How Strange Innocence, per proseguire con l’idealismo e il romanticismo di Those Who Tell the Truth Shall Die, Those Who Tell the Truth Shall Live Forever e The Earth is Not a Cold Dead Place, per concludersi con l’introspezione di All of a Sudden I Miss Everyone e Take Care Take Care Take Care fino alla “primitività” di The Wilderness.
End rappresenta e richiama dunque la fine di un ciclo di esplorazione per gli Explosions? Non lo sappiamo ma sappiamo che non è la fine del loro sodalizio artistico. I quattro di Austin stanno già lavorando alla colonna sonora di una nuova serie TV, e presto scopriremo se la loro splendida musica sognante aprirà un nuovo ciclo ispirativo.
www.explosionsinthesky.com
www.bellaunion.com
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