Zampillano energia e grinta da ogni poro, con la missione di evidenziare gli aspetti taglienti della vita che ci lascia botte, ecchimosi, ferite e “crepe” sulla pelle: ma, a che prezzo? Il combo milanese dei Geyser , la pelle la vendono a caro prezzo, mai capaci di risparmiarsi in ogni aspetto, facendola bagnare di sudore a chi li segue sin dai tempi del primo e.p. “Zero”, ma oggi è la volta di lanciare un altro affondo col primo full-lenght “Crepe”, fornito di dieci atti spinti e lanciati in velocità e compattezza. Suoni dritti, espressione verace e tanto cuore gronda dal lotto esecutivo, teso all’anelito identitario mai domo, come fosse un rifugio sicuro per fronteggiare le traversie del nostro comune itinere che…”A lungo andare” servirà per addomesticarle e gestirle con maggior padronanza di mezzi : un brano che graffia in lungo e in largo senza tregua, parimenti ad altri fratelli come “Sfumature”, “Calcare” o “Alla deriva”, mentre il singolo “Randagi” concede un impatto più mitigato, mantenendo (tuttavia) una verve ruggente con un gran bell’assolo di guitar in coda. A metà percorso, stendono il telo ballad di “Eliocentrismo”: giusto il tempo per far raffreddare il motore tirato a manetta. Tornano presto a sgasare di brutto con “Sfumature” di rock sanguigno e passionale , come fosse un incontro sul ring “Tutti contro tutti”, che udimmo in seconda traccia. Tout court, sebbene la vita presenti il conto con periodiche “Crepe”, tocca a noi non permettere che si allarghino fino al crollo totale e la metafora che ci propongono i Geyser è l’eloquente fragilità dell’essere umano che si ostina a brancolare nel buio, con la presunzione di farcela da solo, dimenticando l’unica àncora di salvezza a disposizione: l’imprescindibile cambiamento che, per primo, deve partire da noi . Debutto da applausi.
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autore: Max Casali