Correva l’anno 2016 quando prendeva forma, in quel di Modena, una band tenace che ha resistito a numerosi cambi di formazione. L’anelito passionale per la musica non li ha fatti desistere e, infischiandosene del rischio della crisi del settimo anno, ecco che tornano in pista gli Ego59 con il secondo album “Tempi cosi”: un tiolo che ingloba quell’intercalare sospensivo tra il perplesso ed il rassegnato, che testimonia fedelmente l’epoca che stiamo vivendo. Stavolta, il quintetto emiliano, tralascia l’ampiezza delle orchestrazioni che aveva caratterizzato il precedente “Chi sei” a favore di 11 brani dritti, tesi all’immediata testimonianza spontanea. La grinta, inoltre, è quella di sempre, che convoglia sonorità ben allineate e curate a puntino dall’eccellente produzione di Pietro Foresti (già in sinergia, tra l’altro, con Guns’N’Roses, Korn, Asian Dub Foundation) . A far gli onori di casa spetta ai due singoli “Equilibrio” e “Immagine” che sfoggiano un notevole piglio esecutivo tra classico e modernariato, che li rappresentano in pieno come portabandiera dell’evidente direzione intrapresa dai Nostri per il futuro. Di certo, l’immediatezza ruggente dell’opener “Muori di me” mette “tosto” in chiaro le intenzioni del combo che, tra funambolismi chitarristici e la duttile voce di Riccardo Corradini , non c’è trippa per gatti tranquilli. Le scosse non mancano, il sudore cola a picco nelle coriacee “Non è stata colpa mia” o “Stop” e non “E’ Difficile” farsi coinvolgere dalla loro verve fiammante e verace. Sebbene, la titletrack , “Libertà” e “Vivo” assumono toni più mitigati, di base attecchisce sempre una semina fertile, rigogliosamente rock e (cosa non da poco!), il tutto rigorosamente in italiano.
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autore: Max Casali