Rob Mazurek e l’Exploding Star Orchestra danno alle stampe il bel “Lightning Dreamers” (International Anthem Recording Company), confermando le grandi capacità dell’artista statunitense, figlio di quella scuola di Chicago che tanto lustro ha dato alla musica nelle ultime decadi (e non solo) dello scorso “millennio”, influenzando generazione di musicisti (basterebbe solo ricordare le collaborazioni e i progetti di Mazurek con i Gastr Del Sol, gli Stereolab, i Tortoise, gli Isotope 217, i Chicago Underground …).
“Lightning Dreamers” può essere ascritto, a pieno titolo, a quel filone che sta riproponendo il jazz in una chiave splendida e attuale (mi vengono in mente i Fire! Orchestra, gli Irreversible Entanglements, Makaya McCraven, i Sons Of Kemet, i The Comet Is Coming, solo per citarne alcuni), sconfinando in un ambito sperimentale e “free” senza mai eccedere in manierismo e gratuità.
Quale ideale prosieguo del precedente “Dimensional Stardust”, “Lightning Dreamers”, oltre a Rob Mazurek alla tromba, alla voce, al launeddas e all’elettronica, vede Jeff Parker alla chitarra, Craig Taborn al wurlitzer e al moog matriarch, Angelica Sanchez al wurlitzer, al pianoforte e al moog sub 37, Damon Locks alla voce, all’elettronica, ai campionatori e quale scrittore dei testi, Gerald Cleaver alla batteria, Mauricio Takara alle percussioni elettroniche e alle percussioni, Nicole Mitchell al flauto e alla voce.
Apre il disco la totalizzante “Future Shaman” (con Cathlene Pineda al synth bass), un brano di per sé definitivo nella capacità di riassumere una “sintesi” di generi, suoni e umori.
“Dream Sleeper” è sognante decomposizione e destrutturazione, viaggio onirico in un caleidoscopio di visioni subatomiche.
“Shape Shifter” riconduce l’ascoltatore su un piano più “vigile” e a suo modo sicuro, prima che “Black River” esondi in un baccanale pagano e catartico (‘“Black River” includes samples of Exploding Star Orchestra recorded live at Sons d’hiver in Paris, France, on February 3rd, 2022, featuring: Rob Mazurek, jaimie branch, Tomeka Reid, Thomas Roher, Ingebrigt Håker Flaten, Julien Desprez, Pasquale Mirra, Angelica Sanchez, Damon Locks, Mikel Patrick Avery, Chad Taylor, and Mauricio Takara’ – si legge nei credits).
Da contraltare mesopotamico, “White River” che, con i suoi soliloqui e dialoghi strumentali interiori, congeda un album fatto di sogni per sognatori “elettrici”.
Quando recensii “Echoes” dei Fire! Orchestra, ebbi modo di dire in merito al brano “Echoes: I See Your Eye, part 1”: ‘con il suo incipit “basso”, e il suo sviluppo intriso d’archi, evoca reminiscenze da “lucubrazioni” di quella profonda frattura che, con esatta saggezza, spezzò gli stilemi del jazz tra il finire degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta, quando la sperimentazione volgeva ancora lo sguardo verso un’ideale, prima che la forma e il formalismo degenerasse in un linguaggio accademico e “fusion” deposto tra le mani di strumentisti più che di musicisti’; ebbene, tale considerazione si può tranquillamente ribadire per “Lightning Dreamers”.
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autore: Marco Sica