La bulimia artistica dei King Gizzard & the Lizard Wizard non conosce confini ed è oramai da considerarsi come un vero e proprio marchio di fabbrica. Solo in questo 2022, senza contare i vari live di contorno che sfornano a getto continuo, il gruppo australiano ha dato alle stampe ben 5 album, gli ultimi tre pubblicati addirittura nell’arco temporale di un mese.
“Ice, Death, Planets, Lungs, Mushrooms And Lava” è uno del trittico pubblicato da poche settimane ma non rappresenta una parte di trilogia, visto come le sonorità sono abbastanza differenti. Quello che resta uguale è il concept che sta alla base di queste registrazioni, che quello della libertà assoluta delle jam session da cui scaturiscono, sebbene per ognuno, Stewart Mc Kenzie e compagni si sono dati delle regole precise da seguire.
Nello specifico per questo “Ice, Death, Planets…”, sono rappresentati tutti e sette i modi della scala maggiore, ovvero una successione di 8 note che hanno una distanza fra loro sempre fissa. I brani sono stati costruiti da zero in studio nell’arco di sette giorni di jam sessions. Ogni giorno si è lavorato su di un solo brano con i musicisti che suonavano per 45 minuti uno strumento e poi lo cambiavano per ricominciare. Il tutto è stato poi completato con alcune sovraincisioni ed aggiunte di qualche strumento.
Quello che ne è scaturito è un disco molto variegato nei suoni e nelle atmosfere, dove ogni brano è diverso con un comune denominatore che è la libertà di suonare quello che l’ispirazione dl momento ha partorito.
Il brano d’apertura “Mycelium” offre una melodia pop molto accattivante giocata su di un ritmo che richiama il reggae seppure non in maniera ortodossa, con la leggerezza della musica che contrasta apertamente con un testo abbastanza orrorifico che apre la visione apocalittica espressa nei restanti 6 pezzi dove la rivolta di Madre Natura prende il sopravvento caos ambientale di questi anni provocato dall’uomo.
“Ice V” secondo brano in scaletta e scelto anche come uno dei singoli dell’album, si muove su linee jazz-funky, mentre il successivo “Magma” vira il jazz sul registro “acid” con tanto di derive psichedeliche di matrice kraut-rock.
“Lava” è un brano che parla del ciclo vita-morte ed accompagnato da un suono blues piuttosto tribale con un’anima psych molto evidente sebbene sul finale cambi decisamente registro. La successiva “Hell’s Hitch” morde decisamente il freno con le sue atmosfere bucoliche giocate su flauto e chitarra acustica, e sembra il brano meno riuscito del lotto, mentre “Iron Lung” si spinge su territori decisamente più hard, prima che la conclusiva “Gliese 710” riporti il disco sulle atmosfere jazz più notturne, tanto care a mostri sacri come Miles Davies.
“Ice, Death, Planets, Lungs, Mushrooms And Lava” è un disco interessante ma bisogna avere la mente molto aperta per essere apprezzato appieno. Un prodotto rivolto più ai fans duri e puri che non un progetto destinato a raccogliere nuovi adepti, perché per i King Gizzard vale un po’ il discorso fatto per i Motorpsycho, in occasione dell’uscita del loro ultimo album: gruppi che starebbero bene in un Only Fans destinato alla musica, visto la deriva che hanno scelto di seguire, dove conta solo soddisfare la propria libertà creativa piuttosto che fare dischi per ampliare la propria platea di ascoltatori.
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autore: Eliseno Sposato