Dopo essere stati uno dei nomi di punta della nuova scena alternative rock mondiale apparsa nei primi anni 2000, gli Yeah Yeah Yeahs erano un po’ spariti dalle scene dopo avere pubblicato “Mosquito” nel lontano 2003. Nove anni dopo ce li ritroviamo con un nuovo disco che sembra non avere per nulla scalfito i fasti del passato. In questo lungo periodo di silenzio, oltre ad essersi dedicati ad alcuni progetti solisti, la vocalist Karen O ha dedicati questo tempo alla maternità ed alla crescita del figlio che, in un certo senso, è uno dei destinatari principali delle riflessioni che hanno dato vita a questo “Cool It Down” (Secretly Canadian).
Un disco breve ma intenso in cui il trio newyorchese più che guardare al passato cerca e trova nuove strade espressive che per certi versi sorprendono, pur avendo una linea di continuità con la loro cifra stilistica.
Prodotto come sempre da David Sitek dei TV On The Radio, l’album è aperto dal singolo “Spitting Off the Edge of the World” brano dalle atmosfere shoegaze al limite del dream pop in cui Karen O duetta con Mike Hadreas (Perfume Genius) dando vita ad una accattivante riflessione sul collasso climatico frutto delle scelte sbagliate dei genitori che ricadranno sui figli.
La successiva “Lovebomb” smorza ulteriormente i toni mentre subito dopo il disco riprende quota con “Wolf” brano in cui i ritmi da dancefloor si innestano su di un’epica orchestrale che fanno da rimando l’uno all’altro, risultando particolarmente riusciti, quando gli archi sottolineano l’Into the wild ripetuto a mo’ di ritornello. “Fleez” gioca tutto sui ritmi dance tipici della proposta del trio Chase/O/Zinner seppure oggi più incentrato sui synth piuttosto che sulle chitarre, in linea con un testo in cui si parla di quanto a volte sia bello rischiare. Un concetto ripreso più avanti in un altro dei brani più riusciti del disco, “Different Today” in cui lasciarsi andare in un mondo che continua a girare fuori controllo, potrebbe essere una strada da percorrere.
Il pianoforte di “Burning” crea un accattivante contrasto con le ritmiche serrate del brano, mentre i toni si ammorbidiscono ulteriormente in “Blacktop” per poi crescere nuovamente nella già citata “Different Today”, prima che arrivi il gran finale con lo spoken word di “Mars” dedicata ai giochi di luce che rimanda la Luna in alcune circostanze particolari.
“Cool It Down” risulta in definitiva un passaggio riuscito nella carriera degli Yeah Yeah Yeahs, in cui il lungo periodo di stop non ha per nulla dato segni di inaridimento di una vena artistica che ha il merito di guardare avanti piuttosto che cullarsi sui successi del passato.
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autore: Eliseno Sposato