Gli algerini Imarhan pubblicano il loro terzo disco frutto di due importanti novità. La prima è quella di aver registrato il disco nello studio di registrazione che il gruppo stesso si è costruito a Tamanrasset, la seconda è la presenza di diversi ospiti, sia africani che europei. Il sound è ormai quello consolidato del desert-blues ancestrale e folk, caratterizzato da chitarre acustiche che si miscelano con le percussioni in ritmi di varia natura. In due brani sono ospiti altrettanti componenti dei malesi Tinariwen, si tratta di Abdallah Ag Alhousseini, che presta la voce nel folk evocativo di “TinDJatan”, nella quale viene narrato un drammatico conflitto etnico, e di Mohammed Ag Itlale ‘Japonais, che paetecipa alla realizzazione di “Tamiditin”, un blues d’amore con sonorità allungate sullo sfondo, su cui emerge la ritmica quasi scheggiata e acustica. Gruff Rhys dei Super Furry Animals, invece, presta chitarra e voce (in gallese) nell’intimo e profondo blues africano “Imaslan N’assouf”. I testi, anche se spesso brevi sono sempre pregni di grandi significati, come gli spunti riflessivi, spirituali ed esistenziali presenti in “Asof”. Tra le tante sonorità presenti non poteva mancare la nenia mantrica con la ritmica ballabile presenti sia in “Ackinkad”, che in “Adar Newlan”, seppure prendano strade differenti, ma che in un modo o nell’altro partono da deserto e lì vi fanno ritorno, proprio come le radici del blues.
autore: Vittorio Lannutti