Stella Manfredi e Luigi Castiello, duo napoletano conosciuto con il moniker KamAak, hanno fatto tanta gavetta nel circuito musicale nazionale, anche con collaborazioni importanti, e dopo anni decidono di pubblicare materiale inedito per una label discografica e hanno scelto quella che più ha attinenza con il loro percorso artistico: la INRI Classic. E infatti per la label milanese, che fa capo alla società Metatron, esce una trilogia di singoli intitolata Imperfect Disconnect e rappresenta un lavoro concettuale diviso in tre parti. La prima è “Onne” (che potete vedere e ascoltare qui in basso) uscita in questi giorni in digital release con il supporto di un videoclip del videomaker Dario De Simone. Ma nei prossimi mesi verranno pubblicati altri due tracce intitolate “Auànno” e “Avòta“. Li abbiamo incontrati per parlare di loro, della loro musica, di tradizione e innovazione.
E’ riduttivo catalogarvi nel genere “musica neo classica”?
Beh le nostre composizioni nascono per essere musiche da film, pubblicità e contenuti social e televisivi diciamo che siamo “neo-classici” in senso lato. Ci piace fare una commistione tra il nostro suono con qualsiasi cosa accada intorno a noi.
Abbiamo un forte legame con la tradizione, veniamo da formazioni classiche che ha molto inciso sul nostro percorso. Da queste basi partono i nostri viaggi compositivi nei quali inglobiamo tutte le nostre influenze, soprattutto legate al territorio e al contesto musicale che viviamo.
Quali sono gli artisti che vi hanno influenzato? Le Iceland sono dietro l’angolo…
Di sicuro tutti i grandi compositori della “nostra storia accademica” sono parte delle nostre radici musicali, e ce li sentiamo parecchio addosso, in senso positivo naturalmente. Guardiamo certo con grande ammirazione la scena di L.A., la scena contemporanea colta, così come la scena Nord Europea, ma veramente veniamo da percorsi troppo ibridi.
Stella oltre ad aver approfondito il percorso classico ha studiato e suonato le musiche popolari del sud Italia, è una grande appassionata di musica irlandese e musica celtica, ama i grandi cantautori così come la musica elettronica.
Io (Luigi) vengo dal percorso classico di contrabbasso, per cui oltre che dai compositori classici sono stato influenzato dai grandi maestri del jazz, proseguendo poi con il percorso di musica elettronica.
La mia percezione musicale è stata un divenire continuo, si è ampliata nel tempo con gli ascolti più vari. Quindi fare qualche nome su chi ci influenza sarebbe veramente riduttivo, a chi ce lo chiede diciamo che ci piace tutta la musica, quella bella però!
La vera sfida è mischiare la tradizione con i suoni gelidi e dilatati dell’elettronica ambient…
In realtà è un naturale risultato dei nostri ascolti e della nostra sensibilità artistica. Questo forte sguardo alla tradizione viene soprattutto dall’esperienza e alla formazione di Stella, laureata in musicologia ha condotto molti studi sulla musica tradizionale partenopea e non solo. Grazie a suoi studi ci approcciamo alla tradizione con molto rispetto mentre per l’innovazione il nostro sguardo è verso il futuro. La musica tradizionale non è un bene da tenere ferma in una teca, ma per vivere ha bisogno di camminare, di viaggiare tra le persone, per cui deve trovare sempre modi diversi per arrivare e per non farsi dimenticare.
Esce per la label Milanese INRI Classic la trilogia di singoli. Come nasce questa opportunità?
Da alcuni mesi ci guardavamo attorno e abbiamo valutato le strade da prendere, compresa l’autoproduzione. La INRI Classic ci hanno risposto con entusiasmo e subito sono stati collaborativi. Pensiamo che sia la label più adatta a nostro mondo e sicuramente hanno l’esperienza adatta per veicolare la nostra musica. Siamo felici di poter collaborare con professionisti come loro.
Siete molto attivi musicalmente. Con chi collaborate o avete collaborato al di fuori del duo?
Collaboriamo con tantissimi grandi artisti del nostro territorio e non, siamo sempre aperti a creare qualcosa di nuovo e a metterci in gioco. Negli anni abbiamo avuto la possibilità di far parte dei viaggi musicali di tanti artisti internazionali come Ennio Morricone, Cher e Michael Bublè, e in Italia ricordiamo Gianni Morandi, Nino D’Angelo e Ron.
Tasselli importanti nelle nostre carriere che ci hanno permesso di sviluppare vari aspetti del nostro modo di fare musica e hanno dato un forte slancio al nostro progetto.
Siete impegnati anche nel sociale. Già sono due le campagne video che avete realizzato per scopi sociali. Ce ne parlate?
Ci piace molto lavorare a qualcosa che vada oltre il mero lavoro musicale, non che il nostro lavoro non ci piaccia, sia chiaro! La musica è un linguaggio universale, e la musica strumentale lo è ancora di più avendo la capacità di poter superare qualsiasi confine. Ed è per questo che crediamo che gli artisti possano usare questo strumento per poter accendere i riflettori su temi importanti per arrivare lì dove altri linguaggi non riescono. Tra questi lavori si trova “We are all Migrants”, realizzato in collaborazione con Andrea Veneri, ballerino, coreografo e regista, la musica e la danza in un lavoro audiovisivo per aiutare a riflettere su un tema che ci sta molto a cuore. Un altra collaborazione che ci sta a cuore è stata quella con Luisa Ieluzzi, prima Ballerina del Real Teatro San Carlo di Napoli, per “The Swan” con l intervento dell’attore (noto per la serie Gomorra) Marco D’ Amore, nel quale musica, danza e teatro si sono uniti in un unico messaggio. L’arte ha un valore immenso ma spesso ci si scorda di questo ed è un bene fin troppo poco valorizzata nei nostri tempi. Ma veramente tanti sono stati i nostri lavori di denuncia e spariamo di realizzarne ancora tanti.
Cosa vi toglie e cosa vi aggiunge Napoli nel percorso artistico che state facendo?
Napoli sicuramente è un territorio complesso, alcune forme d’arte fanno fatica a farsi sentire. E’ inutile cadere nei soliti cliché, per cui ci fa molto piacere invece parlare di come essa riesce a darci la grande possibilità di influenzare la nostra musica ed i nostri suoni con un mare enorme di cose. E questo naturalmente per quello che facciamo è un grande dono. Accadono tante piccole e grandi cose attorno a noi ogni giorno che possono diventare strumenti ed elementi di ispirazione. Proprio in “Onne” siamo partiti dal campionare voci di mercanti dell’aria vesuviana, colpiti da come questi riuscivano a dare enorme musicalità a frasi semplici, abbiamo girato settimane nei mercati rionali, abbiamo conosciuto e parlato anche per ore con queste persone ed ognuno di loro aveva parole che pesavano oro e ci hanno aiutato a proseguire nel nostro percorso compositivo.
E se vi guardate intorno cosa vi ispira artisticamente e cosa non vi piace?
Ci ispira chi si impegna ogni giorno con tutte le sue forze affinché il suo sogno si realizzi, al contrario, non ci piace chi ha un talento sprecato, chi potrebbe fare e non fa.
Ci sono tante realtà artistiche nella nostra terra di cui andare veramente fieri, molti hanno raggiunto i vertici nazionali, altri sono diventati addirittura delle star internazionali, questo è un grande segno per il nostro territorio.
Noi siamo sempre felici quando i nostri colleghi raggiungono l’eccellenza e facciamo sempre il tifo per i nostri conterranei.
E’ bello sapere che qualcuno che ha camminato di fianco a noi è riuscito a realizzare il suo sogno.