Prima o poi doveva succedere. Fare un nuovo disco senza Sigaro. … in vita. Già perché nell’ultimo lavoro dalla miglior working class ska-punk band italiana ci sono cinque brani scritti e cantati da Sigaro. Le quindici canzoni di questo disco sono state registrate in diverse fasi tra 2018 e il 2021, quindi anche quando Sigaro era ancora tra noi. Gli altri brani e testi sono opera di Davide Cacchione, a volte in compagnia degli ex Negu Gorriak Fermin Munguruza e Kaki Arkarazo, che ha lavorato anche in cabina di regia. È proprio grazie al produttore basco Arkarazo che è uscito questo un nuovo album dei Bassotti e lo ha fatto partendo dai brani che Sigaro aveva scritto e abbozzato.
Inutile dire che l’album è una immensa dedica allo storico cantante e chitarrista romano e già nella traccia “Augh!” si mette in chiaro questa cosa. “Avanti uniti” è anche dedicato (come sempre hanno fatto i Bassotti) ai lavoratori che non si piegano e l’ultima traccia della tracklist è un’inno al collettivo di fabbrica della GKN. Ma tutti i brani confermano la coerenza del gruppo e ancora una volta toccano tematiche in linea con i lavori precedenti come si evince dal punk rabbioso di “1437” che tratta dell’annoso e tragico problema delle stragi sul lavoro.
Il disco parte con la denuncia della disoccupazione, della precarietà e sulle tante viltà presenti nella capitale come nel punk-reggae di “Roma non si vende”; si prosegue con la rivendicazione delle lotte comuniste del popolo passando per il valore dell’antifascismo nel punk-ska – con evocazioni sovietiche – di “Vittoria”, fino al punk-rock serrato e aggressivo dell’internazionalista “La Brigata Internazionale”. Eccitante e più clashiana di altre è “No found”. A proposito dei Negu Gorriak, c’è anche la cover del gruppo basco, in italiano, del soviet-ska “Battito nel cuore”. In scaletta trovate anche la cover della messicana “Persecuiòn de Villa/Adelita”, in salsa ska-folk. Evocativo e rivendicativo è il serrato ska-punk di “404 Partisan”. Particolarmente eccitante è lo ska-punk serrato, che si alterna a momenti reggae, di “Piccolo grande uomo”. Insomma a nove anni da “Siamo guerriglia” la Banda Bassotti è viva e vegeta, resiliente e soprattutto resistente più che mai!
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autore: Vittorio Lannutti