Di pregio il concerto conclusivo della “due giorni” di laboratorio artistico che la compositrice Limpe Fuchs ha tenuto all’Ex Asilo Filangieri di Napoli nell’ambito delle Geografie del Suono.
L’ottantenne musicista tedesca, creatrice di strumenti, sulle coordinate tracciate dai maestri della musica concreta, percussiva, di improvvisazione libera e d’avanguardia, che da Pierre Henry e Harry Partch …, passando per Evan Parker, Anthony Braxton, Derek Bailey … , arriva sino al Kraut tedesco, ha esibito le sue capacità costruttive e decostruttive.
In uno spazio, il Teatro dell’Ex Asilo, che si è imposto come Luogo – contrapposto ai nonluoghi della contemporanea surmodernità – e alla presenza di un pubblico, esatto nella propria compostezza, entrambi capaci di santificare la sacralità di un evento in cui l’arte ha trovato la sua naturale collocazione, l’esecuzione si è divisa in tre distinti momenti.
In apertura, il gracidare del “Knirscher” – scricchiolatore (“resonators” realizzati durante il workshop con dei secchi/barattoli, dei pezzi di bambù e di legno collegati a una lenza di varie dimensioni) ha coinvolto, oltre a Limpe Fuchs, anche i partecipanti al laboratorio; a seguire un lungo assolo della Fuchs, apparsa come umana anima errante nella foresta sonora delle sue creazioni.
In chiusura, nuovamente un’improvvisazione corale che, a parere dello scrivente, è stato il momento più alto dell’intero concerto.
Più dell’assolo centrale, che a passaggi eccelsi (come le risonanze dei tubolari o il dialogo da Popol Vuh tra le percussioni e il Mini Korg MS-20) ha alternato la mancanza di una narrazione diacronica, valicando a tratti il valore didascalico della “musica concreta”, la parte d’improvvisazione collettiva, nella sovrapposizione dialogata degli strumenti, con coralità e interazione, ha restituito all’ascoltatore un compiuto e concettuale momento di forte lirismo introspettivo, istintivo ma al contempo ecumenico.
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autore: Marco Sica