A otto mesi dalla pubblicazione di “The all is one”, che ha concluso la Gullvag Trilogy, i Motorpsycho mettono sul mercato un nuovo lavoro. Le dodici tracce presenti in questa loro ennesima fatica erano state abbozzate per il lavoro precedente, ma non avendo avuto spazio, complice anche la pandemia, il trio in questi mesi si è concentrato su questi altri brani incidendoli e confermando la loro prolificità.
“King of Oblivion” non si discosta dalle sonorità a cui i norvegesi ci hanno abituato nell’ultimo decennio, vale a dire un suono prog-metal psichedelico che paga pegno a gruppi seminali come Black Sabbath e Greatful Dead. Questo disco, ventiseiesimo lavoro discografico, come tutti gli altri è più che apprezzabile perché non è derivativo e appartenente ad un genere che loro contribuiscono a tenere in vita. Le loro composizioni sono frutto di un percorso evolutivo di oltre trent’anni nei quali hanno fatto di tutto, ma senza mai salti pindarici e improvvisi, contaminando un genere.
Il lavoro parte con i sette minuti e mezzo di “The warning (pt. 1 & 2)”, brano pieno e denso in cui il prog-metal si intreccia con pattern più indie. La title-track è una cavalcata hard rock mentre “Lady May” ha accenni heavy-prog che lasciano il passo ad un rock psichedelico da west coast. Se i nove minuti di “The united debased” sono alquanto evocativi della crema e delle origini del metal, “The watcher” è soffusa e inquietante. L’uno-due “Dreamkiller” “Atet” ha momenti fievoli che vengono da lontano. Uno dei brani più rappresentativi dei Motorpsycho, degli ultimi anni, è “At Empire’s End” con esplosioni ed implosioni, evoluzioni graduali e richiami alla California degli anni ’60. Il brano più lungo, sfiora gli undici minuti, è “The transmuationn of Cosmoctopus Lurker” un’affascinante lunga suite/cavalcata hard psichedelica con momenti frastagliati. L’album è pubblicato il doppio vinile 180 grammi e in digitale e potte acquistarlo direttamente dal sito della loro label: https://www.stickman-records.com/shop/motorpsycho-kingdom-of-oblivion/
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autore: Vittorio Lannutti