La carica post-punk e hardcore dei primi dischi ha lasciato spazio a un vaudeville/indie-pop-rock malinconico in questo quinto disco. Gli Iceage continuano ad evolversi con libertà e senza rendere conto a nessuno, mantenendo elevato il grado di autonomia e indipendenza. “Seek Shelter” è stato registrano a Lisbona in uno studio dove ci pioveva dentro, per cui i quattro danesi hanno dovuto faticare non poco per evitare che si sentissero le gocce di pioggia che cadevano. In questi brani del post punk resta la parte meno irruente e più esistenzialista e malinconica, soprattutto nella resa sonora e negli arrangiamenti. Le tracce ono tendenzialmente tirate e raramente hanno un esito esplosivo, piuttosto implodono. Brani come “High & Hurt” e “Love Kills Slowly”, infatti, da un lato sono rocamboleschi e con variazioni di registri stilistici, ma non veloci e dall’altro sono tirati con rimandi che evolvono in ballate. Se con “Drink Drain” giocano con il jazz e con lo swing e con “Vendetta” con il pop colto e indie, con “Gold City” il post punk pieno si incontra con certo rock del New Jersey degli anni ’70, mentre in “The Wider Powder Blue” ci sono di tanto in tanto delle incursioni grevi nel punk. In altre parole la loro svolta stilistica evoca il percorso svolto da gruppi come The Cesarians e dai tanti epigoni di Nick Cave & The Bad Seeds.
autore: Vittorio Lannutti