A sei anni da “Necroide” Succi e Dorella ripartono con importanti cambiamenti. Il primo riguarda l’ingresso nel gruppo di Marcello Batelli al basso, sintetizzatori ed elettronica, il secondo un sound meno occluso potremmo dire indie-metal orecchiabile. I BdP quindi hanno deciso di resettare tutto della loro storia, iniziata nel 2005 e con sei album, un live album e due Ep editi da label come Wallace e La Tempesta; per cui rappresentano una fetta fondamentale dell’indie italiano degli ultimi tre lustri. Si tratta di un reset che non rinnega nulla del passato, anzi ci sono anche vari richiami al sia nel sound che nei testi. Giovanni Succi (qui potete leggere l’intervista) si conferma un ottimo autore di testi che vanno dall’esistenzialismo di “Di che razza siamo”, con un sound netto e tagliente cinismo, all’irriverente electro-rock di “Fumo” fino all’attacco ai conservatori del rock nel rap in “Il rock è morto”. E se il rock non è morto lo dobbiamo proprio a gruppi come i BdP che lo rileggono a modo loro omaggiano anche Paolo Conte, grande passione di Succi, nel techno-rock di “Pesce veloce del Baltico”. Il legame con il loro passato emerge nel noise-rock di “Insect reset” dove Dorella sfoga la sua parte più selvaggia in un brano esplosivo e particolarmente eccitante. Il testo migliore è “Umani o quasi” dotato di un esistenzialismo onnicomprensivo e mistico. Un’ottima ripartenza per i Bachi da Pietra!
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autore: Vittorio Lannutti