Il curriculum parla di un paio di album con i Sambene, un altro di musiche per bambini e tre dischi da solista, nonché docente di educazione musicale all’Accademia dei cantautori di Recanati. Attività concepite con serio impegno da parte dell’artista marchigiano Marco Sonaglia che, anche in musica, difende e conferma l’ideologia consegnando al mercato il capitolo numero tre Ballate dalla grande recessione, ricco di tematiche politico-civili, nelle quali rimarca sane invettive di denuncia contro i mali e le storture inesorabili che affliggono l’umanità più indifesa, martoriata, sopraffatta, ignorata dai giochi di Potere, come denuncia nella vicenda del singolo Primavera a Lesbo, atto luttuoso di una bimbetta bruciata viva per un incendio divampato in un campo profughi senza minimi protocolli di sicurezza e che lancia un perenne e disperato s.o.s. in direzione occidente per aiuti più concreti e meno ipocrisie di comodo.
Per sparare cartucce argomentative, Marco fa ricorso ad un social-combact-folk con l’ausilio testuale del poeta Salvo Lo Galbo, capace di veicolare, al contempo, chiarezza e fiducia nonostante la grande recessione in atto conceda, al momento, poche illusioni. Ma è comunque doveroso provarci e Sonaglia non è certo tipo da tirarsi indietro ma, semmai, con rabbia ed onestà intellettiva, anela l’ardente speranza per un’inversione di rotta per un’umanità sbattuta e trafitta al muro dai chiodi pervasivi di angherie, abusi, olocausti, guerre.
Ogni canzone è una dedica d’amore per il prossimo, senza dicotomie di pelle ed etnia e otto pezzi su dieci le battezza “ballata” come un omaggio a cuore aperto per: una ballerina, per Cuba, Stefano, Claudio, Sacko, tutte unite dal rabbioso chorus concettuale. Ai titoli di coda, sfila la severa ballad La mia classe, con la fedele chitarra che punteggia con acustica incalzante. Tra echi di Claudio Lolli e De Andrè, lo stile narrativo di Sonaglia mette in luce una voce empatica e decisa, ispirando fiducia incondizionata a Ballate dalla grande recessione, disco dal cuore mai stanco di alzare bandiera bianca.
autore: Max Casali