C’è il solo Richard Kirk in questo nuovo corso avviato nel 2014, dello storico trio industrial britannico Cabaret Voltaire, e fa tutto da solo. Detta così potrebbe sembrare un’operazione nostalgica e celebrativa, ma sta di fatto che Kirk, negli ultimi 7 anni, ha portato nei festival europei delle esibizioni a nome Cabaret Voltaire molto convincenti e proiettate nell’ elettronica attuale, coronate nello scorso autunno dalla pubblicazione di un disco, Shadow of Fear, finito nelle classifiche dei dischi dell’anno di tante riviste cui quest’anno seguiranno 3 EP dalle copertine simili, molto belle, dei quali questo è il primo.
Qui troviamo tre brani, e si comincia con ‘Shadow of Funk‘, 12 minuti e mezzo di techno industrial affilatissima e ansiogena, moderna ma nel solco sonoro valvolare di questo straordinario gruppo che ha contribuito alla nascita dell’industrial ed è stato seminale anche nel temprare l’estetica elettropunk, dark, new wave e synth pop, rimanendo sempre però in ambito sperimentale, raccogliendo poco in termini commerciali nel periodo 1978-1994, per poi consegnarsi al mito, anche se per pochi. Il brano è una creazione esemplare, in cui nell’incalzante, spietato e disumanizzante clangore meccanico della modernità che ci attanaglia, a tratti emergono schegge tribaliste o incisi avant jazz che richiamano l’elemento umano, mentre lotta per non farsi schiacciare.
Molto incalzante risulta anche la successiva ‘Skinwalker‘, in cui ci sono pure rari campioni di voce umana trattati, nel flusso ritmico, brano che conferma quanto accennato per il precedente: la cupezza ed il pessimismo dei Cabaret Voltaire degli anni 80 sembrano aver lasciato spazio, in questo nuovo corso gestito dal solo Richard Kirk, alla rappresentazione di un’umanità che ora lotta, senza paura, per non soccombere all’abominio di una modernità che riduce l’essere umano ad ingranaggio e prodotto di scarto.
‘Billion Dollar‘ infine, in circa 6 minuti, ricama accenni romantici melodici, sempre trattenuti, su una buia trama techno dance, evitando la piega commerciale ma mostrando bene che il Cabaret Voltaire alle manopole può padroneggiare all’occorrenza un rave party, una grande arena live come un club, ad occhi chiusi.
Pensiamo agli altri due EP del trittico, promessi dalla Mute records – Dekadrone uscito il 26 Marzo e BN9Drone che uscirà il 23 Aprile – e sorridiamo pensando che mentre i Ministry non ci sono più, Marilyn Manson è preda di tragici guai giudiziari e da tempo i Nine Inch Nails sono – ad essere generosi – in crisi creativa, in pieno 2021 gli alfieri della musica industriale sono di nuovo i cari vecchi europei Einstürzende Neubauten, Current 93 e, appunto, Cabaret Voltaire.
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https://cabaretvoltaire.bandcamp.com/album/shadow-of-funk
autore: Fausto Turi