Esordio incendiario per gli inglesi Another Sky, il loro primo lavoro in studio dal titolo “I Stept on the Floor” è una boccata di ossigeno nuova e personale, le melodie delicate e la voce particolare, rendono questo album una perla da non perdere.
Si inizia con la traccia “How Long?” una stupenda suite con un feedback di suoni in lontananza che trova il suo crescendo nel finale con atmosfere uniche. A seguire troviamo uno dei primi singoli “Fell in Love With the City” take preziosa in perfetto timbro indie rock, le chitarre effettate da un synth distorto, danno un senso di purezza e protezione, notevole anche il videoclip. “Brave Face” porta l’ascoltatore in qualcosa di vintage e speciale, qui ci sono molte influenze nei London Grammar altro progetto della scena underground, l’esplosione di colori e distorsioni toccano nel profondo. In “Riverbed” la struttura risulta matura e d’impatto, qui la voce di Carin si presenta in tutto il suo splendore. Il brano “The Cracks” a mio parere rimane uno dei più riusciti di tutto questo lavoro, si sfiora quasi la perfezione, il sound dolce culla la composizione a dovere.
Nelle tracce che si susseguono ci sono delle chicche nascoste tutte da scoprire come “Tree” e “Avalanche” dove vengono piano e vocoder per dare più sicurezza al cantato che si esprime in modo impeccabile con potenziale vocale enorme con il sound in piena sintonia.
Prima di chiudere questa bomba non dovete perdere d’occhio (e d’orecchio) “Let Us Be Broken” traccia che spiazza al suo ascolto: sonorità quasi dance ed electro-pop, un ennesimo esperimento da inserire nel bagaglio. Chiude con “Only Rain” song dalle tinte country, alternative rock, con la batteria che viaggia con una tempistica da urlo e si incastra con un basso profondo.
Senza dubbio un disco che lascia il segno, una nuova scoperta di livello che avrà una forte risposta sul pubblico.
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autore: Simone Catena