E’ una parabola interessante quella del duo britannico. In pratica un vocalist, Jason Williamson, che non è né un cantante né un rapper, quanto piuttosto un abile fautore di spoken word politicizzato dal marcato accento delle parti di Nottingham ed un uomo, Andrew Fearn, che si occupa delle basi musicali dall’impianto essenziale ma non privo di guizzi.
Detta così in pochi avrebbero scommesso sul fatto che gli Sleaford Mods potessero trovare un seguito oltre i patri confini.
In alcuni casi, però, l’insistenza paga (sopratutto se si ha qualcosa di stimolante da affermare) e la band inglese è riuscita a crearsi un proprio spazio a livello internazionale e, pure qui da noi, gli estimatori non mancano.
Considerata la buona accoglienza ricevuta dall’ultimo album Eton Alive (2019), gli Sleaford Mods hanno pensato bene di capitalizzare i consensi, realizzando una compilation All That Glue, uscita di recente.
In questa nuova raccolta trovano spazio alcuni singoli rimasterizzati, B-side, rarità e pezzi inediti, andando a formare un quadro abbastanza completo della ultradecennale parabola dei nostri.
Ciò che si nota di primo acchito è la crescente padronanza della formula portata avanti dai due artisti d’oltremanica.
A cominciare dai pezzi trainanti dei precedenti dischi (McFlurry, Snake It, Fizzy, Jolly Fucker, Tied Up in Nottz, Tweet Tweet Tweet), qui ripuliti in studio, è facile intravedere come un siffatto trattamento, doni loro una maggiore efficacia.
Altri classici del repertorio (Jobseeker, TCR), al contrario, non hanno bisogno di un diverso maquillage per sortire un deflagrante effetto.
Su alte vette si mantiene pure il nuovo singolo Second con quel suo ficcante giro di basso e le sempre veraci invettive di Williamson.
Di qualità alterna sono gli altri brani inediti concepiti in vista di questa release, tra i quali mi piace citare almeno Rich List e Slow One’s Bothered.
Infine vale la pena sottolineare quanto Eton Alive sia stato ben accolto perché ha mostrato un lato più maturo ed evoluto del gruppo, infatti due tracce non di primo piano di quell’album, la quasi cantata OBCT e l’electro-funk When You Come Up to Me, sono state poste a chiusura di All That Glue.
La logica che sta dietro a tale operazione da parte degli Sleaford Mods si può sintetizzare nella constatazione di aver creato un buon prodotto, atto a soddisfare sia i fan che i neofiti che non li conoscono.
Certo non è facile star dietro a ben ventidue brani dagli arrangiamenti semplici e ruspanti (sebbene, come si diceva più sopra, in costante evoluzione), contenenti una copiosa parlantina di difficile intelligibilità.
Le cose belle, però, a volte hanno bisogno del loro tempo onde essere apprezzate ed un simile coacervo di elettronica, punk, post-punk e coscienza working-class, secondo me, vale lo sforzo. A voi la scelta
http://sleafordmods.com/
https://www.facebook.com/SleafordModsOfficial
autore: LucaMauro Assante