Il sassofonista, compositore e arrangiatore statunitense Kamasi Washington (Los Angeles, 18 febbraio 1981), in un crescendo compositivo culminato nel 2015 con “The Epic” si è imposto come una delle migliori realtà dei giorni nostri nell’ambito della musica jazz (quale musicista) e del sassofono (quale strumentista).
Come spesso accade, con il crescere della notorietà, aumentano anche le opportunità e le richieste, e così Washington, al pari di suoi celebri predecessori, è stato chiamato a curare la colonna sonora del documentario Becoming – Music from the Netflix Original Documentary (Young Turks), diretto da Nadia Hallgreen e incentrato sulla vita dell’ex First Lady, Michelle Obama.
Tralasciando ogni considerazione in merito al documentario, e concentrando la nostra disamina esclusivamente sull’aspetto musicale, possiamo dire che Kamasi si è perfettamente uniformato al “tenore” mainstream del tutto, componendo brevi brani da soundtrack al servizio del documentario, senza nulla aggiungere in termini artistici, in perfetto stile politically correct, ripescando le morbidezze di alcune sonorità retrò anni settanta, le orchestrazioni e i leitmotiv da serie TV (Becoming, Dandy, Connections), le “affettate” borghesi ballate notturne (Song for Fraser), viaggiando lontano dallo spirito Blaxploitation nero e ben più vicino a un gusto bianco, anche nel tentativo di drammatizzazione di Provocation. L’unico brano di durata superiore ai 2:52 minuti (Provocation) è dato dai 4:23 di I Am Becoming in cui Kamasi, nel tentativo di dar vita a un qualcosa di più complesso, crea un ibrido acefalo, orchestrato e dall’imbarazzante susseguirsi di assoli.
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autore: Marco Sica