Sono passati oramai 72 anni dall’inizio della Nakba, la catastrofe del popolo palestinese. Con materiali d’archivio estratti dall’AAMOD, Monica Maurer, riprende quei tragici iniziali momenti del 15 maggio del 1948 per creare una connessione temporale con il presente. A guidare il viaggio, la voce Sandro Casalini di Michela Aprea
Il 15 maggio del 1948 segna la data di inizio della Nakba, la catastrofe, del popolo palestinese. È il giorno in cui prese l’avvio l’espulsione forzata, criminale, militare, effettuata con l’uso delle armi e della violenza di oltre 800mila persone e la distruzione di 600 villaggi e con essi della quotidianità di un popolo intero. Fu quello il principio della subdola espulsione della Palestina dalla geografia mondiale. Nel 2014, in occasione del 66esimo anniversario della tragedia, Monica Maurer realizza un filmato breve (12 minuti), attingendo al materiale conservato dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Guidati dalla voce di Sandro Casalini, Maurer ci spinge nelle maglie del passato, ricordando le origini dell’ingiustizia che ormai da 72 anni contrasta il popolo palestinese nonostante la sempre più aggressiva occupazione israeliana, e tesse il legame con il presente. Un presente che in questi giorni in cui l’emergenza Covid-19 sta mettendo ancora più a dura prova il popolo palestinese, a causa dell’atteggiamento criminale del governo israeliana e dell’insensato perdurare dell’embargo.
La popolazione è in ginocchio, le cure inficiate e anche l’operato di quelle Ong e degli organi per la cooperazione internazionale ancora operanti, è fortemente intralciato. Di fronte a questa nuova tragedia, con un nome che accomuna tutti, la pandemia, ma non quanti si ritrovano ad affrontarla, ripercorrere le origini della tragedia palestinese è un atto dovuto per affermare con ancora più forza da quale parte è giusto stare.