Un disco equilibrato nella sua sghemba complessa semplicità. Un disco che solca le orme della musica d’autore di confine, carica di quell’intimismo che attinge alle pieghe più profonde dell’animo, a quel sentire che porta in tutti noi inevitabili cicatrici, fratture che non sempre si ha il coraggio e la voglia di esprimere in arte. Questo è “Little Ones” di Ryan Spring Dooley, lavoro “deviato” d’esordio per l’etichetta, Buonamorte Records.
Un disco che ha la sua matrice prima nel cantautorato, ma che si veste di una forza comunicativa capace di condensare in pochi minuti (tutti i brani hanno durata breve) un compendio di suoni e frequenze disturbate (su tutti gli “inserti” di “Jackson” e “Words”), per melodie sorrette ora da un pianoforte, ora da una chitarra, ora da “altro”, che disegnano multiformi acquarelli che giungono sino ai confini con il jazz di “Why” (in cui è presente anche un sax e tutta la sua ancia). Un disco cantato in inglese, tra i cui brani è riservato anche lo spazio a “Provincie”, cantato in italiano.
‘Buonamorte Records (nome scelto a fine 2019 – prima dell’emergenza sanitaria! – sia perché vicino alla nostra sede c’è la chiesa della buonamorte, sia perché questo nome ci suscita l’idea di una vita ben vissuta), fa parte di una sorta di “ecosistema” più ampio, costituito da due associazioni (Pop.Opera e L’Ulcera del signor Wilson) e dai loro progetti, tutti in ambito artistico- culturale e tutti senza scopo di lucro – racconta Piermarco Lunghi della Buonamorte Records – Al momento, ad occuparsi del progetto siamo in due, io e Jacopo Bucciantini, ma possiamo contare sulle persone delle due associazioni (e sulle loro competenze!). Il nostro progetto si basa su alcune scelte “politiche” che abbiamo messo in atto per produrre e promuovere diverse forme d’arte: usiamo licenze aperte (Creative Commons), uno dei tre studi di registrazione (Red Plastic) utilizza software open-source, le produzioni sono digitali non solo per praticità ma soprattutto per eco-sostenibilità e infine tutta l’arte condivisibile in modo virtuale è fruibile liberamente, senza restrizioni di sorta.
Questo perché crediamo che l’arte sia lo strumento perfetto per ricostruire relazioni migliori, una migliore visione dell’uomo e del mondo. Quindi deve essere aperta a tutti e producibile senza spese da parte degli artisti (proprio come le vecchie case discografiche, ma senza il lucro successivo). Speriamo di ripagare un poco il nostro lavoro con le donazioni, progetti di finanziamento dal basso e simili, ma è presto per dire se e come funzionerà (probabilmente non funzionerà…).
La nostra concezione dell’arte si può sintetizzare nell’espressione di W. Blake “Eternity is in love with the production of times”. Quando cerchiamo di immaginare, nella nostra vita, ciò che per noi ha veramente valore, ciò che la rende meritevole di essere vissuta, difficilmente pensiamo all’oro. Possiamo accontentarci di quel susseguirsi di piccole gioie o disilluderci in un’analisi che metta nel conto anche il dolore. Ciò che però, quando accade e se accade, si manifesta come evidente valore vitale è la Bellezza, nelle sue molteplici forme e aspetti.
La Bellezza è il prodotto più raffinato del tempo perché è ciò che l’occhio – nel tempo – cerca. La Bellezza esprime la Libertà e si esprime in libertà. La Bellezza infine è ciò di cui l’Arte parla, ciò che essa raffigura. Anche attraverso il disgusto, l’errore, la discrepanza, la tragicità. Per una “buona vita”, l’Arte è fondamentale. È per garantirci uno spazio di Arte e Bellezza nelle nostre vite (e per condividerlo) che abbiamo fondato la Buonamorte Records’.
https://www.facebook.com/marvin.crushler
https://www.buonamorte.org/ryan-spring-dooley-little-ones/
autore: Marco Sica