Dagli stessi produttori del film Nick Cave 20000 Giorni Sulla Terra, esce “PJ Harvey – A Dog Called Money” un film sulla cantante e musicista inglese. Inizialmente l’uscita era prevista nelle tradizionali sale cinematografiche proprio in questi mesi, a causa dell’emergenza sanitaria, sarà presentato in prima visione agli spettatori su tutti gli “schermi immaginari” (cioè i cinema hanno aperto e apriranno da qui al 21 maggio inclusa la futura piattaforma WantedClan) con il patrocinio di Amnesty International Italia, dal 21 maggio.
“Il film sarà programmato in date e orari precisi e acquistato dall’utente/spettatori direttamente sui siti dei cinema che decideranno di programmarlo. I proventi saranno divisi tra distributore ed esercente secondo le logiche commerciali della sala fisica e tradizionale. In questo modo lo spettatore sosterrà anche il proprio cinema di riferimento, in attesa di tempi migliori” dichiara Anastasia Plazzotta – ceo di Wanted.
Le proiezioni saranno accompagnate da eventi live ovvero dirette streaming con ospiti speciali e chat che simuleranno i Q&A che Wanted era solita organizzare ad accompagnamento dei propri eventi in sala.
Il film è diretto dal fotografo e film-maker irlandese Seamus Murphy, amico dell’artista, testimonia il processo creativo dietro l’ultimo album di PJ Harvey, The Hope Six Demolition Project, pubblicato nel 2016. Il documentario unisce alle immagini del viaggio in Kosovo, Afghanistan e Washington D.C, anche le fasi di registrazione del disco presso la Somerset House di Londra in un esperimento artistico senza precedenti.
“Il lavoro racconta il dolore del mondo, le guerre, le disuguaglianze ma anche l’opposizione e la resistenza a tutto questo fa parte dell’essere un’attivista per i diritti umani. PJ Harvey lo è, e non da oggi” dichiara Riccardo Noury portavoce di Amnesty International Italia) mentre il regista Murphy ha dichiarato: “Polly e io ci conosciamo e ci fidiamo l’un l’altro. Abbastanza per lei per viaggiare con me in Afghanistan e in altri luoghi stimolanti, e per me credere che viaggiare con lei sarebbe stato qualcosa che avrebbe creato una magia. Poi mi ha invitato a stare dietro un vetro per filmare ogni momento della registrazione delle canzoni che ha portato indietro. Individualmente e insieme, questa è la nostra risposta a ciò che abbiamo incontrato in questi viaggi.”
«Ho lavorato con Seamus per oltre una decade – dichiara PJ – ciò che inizialmente mi ha spinta a rintracciarlo come collaboratore è stata la sua capacità unica di catturare la vita e la morte, disinibito e senza giudicare. Il suo lavoro ci consente, come spettatori, di entrare, contemplare ed estrarre significato per noi stessi con la bellezza, il colore e l’inquadratura che riesce a catturare», ha raccontato PJ Harvey sul suo profilo Instagram.
http://wantedcinema.eu
https://www.facebook.com/PJHarvey/
http://pjharvey.net/
fonte: com. stampa