“The black point” è un rito pagano, è una messa nera, è un film di Lars Von Trier, è la colonna sonora per l’ingresso all’Inferno, è il potere della cattiveria. Dietro il nickname Subdoxiton, si cela Christopher Gilmore, compositore e produttore che vive nel Missouri e che ci propina sette tracce a volte bollenti, altre ghiacciatissime. I brani sono tutti suonati con un’elettronica profondamente oscura, con risvolti tanto futuristi quanto noise.
Il disco inizia con il post metal epico che vomita quintali di colate di lava di “The ancients” e prosegue con l’ambivalente “Frail (fixed later)” caratterizzata da sperimentazioni elettroniche, da martellate rumorismo marziale in crescendo e da un pagano canto corale, che ‘puzza’ di gregoriano. La scheggiata e schematica “Dimension of a post-corporal world” trova una sua dimensione dialettica in momenti circolari. In questo marasma di post-metal electro non poteva mancare l’industrial a cui Gilmore da due strade: la prima, quella di “Abstract decaying” che è estremamente elettronica e tirata, mentre la seconda, “When motive become elusive” è decisamente scarnificata. Gli archi della title-track provano ad attenuare l’oscurità di questo disco ma è un tentativo vano in un lavoro nel suo complesso ottimamente orchestrato.
autore: Vittorio Lannutti