C’è stato il tempo dei Moog e dei VCS3, dei flauti traversi, del Mellotron, dell’Hammond, dei tempi dispari e dei controtempi … il tempo del rock progressive con tutte le precipue declinazioni, i propri sapori, barocchismi e l’elefantiaca autoreferenzialità.
Alcuni generi sono legati alla generazione a cui appartengono e alla stessa relegati, se non capaci si sviluppare nuovi linguaggi.
Ci sono poi gli emuli … creature musicali nostalgiche … ci sono i Marillion, alfieri negli anni ottanta di tutti gli stereotipi che avevano fatto la fortuna nel decennio precedente di una parte considerevole del rock suonato nella terra di Albione (sino ad arrivare ad imbarazzanti citazioni, non solo musicali ma anche sceniche sopratutto sino al 1988 con Fish – Derek William Dick – alla voce); gruppo capace di creare (non ex nihilo) un album oriented radio carico di tutte le deformazioni del progressive anni settanta e della nascente popular music del decennio successivo.
E così, se un senso lo avrebbero potuto anche avere i 18 minuti dell’epica medioevale anglosassone “Grendel” (1982), l’equilibrio di Script for a Jester’s Tear (1983) e le accattivanti sonorità mainstream di Misplaced Childhood (1985), con “Kayleigh” e “Lavender” su tutte, discutibile è l’insistere su cliché vetusti e abusati sino ad arrivare a forme autocelebrative di ri-arrangiamento orchestrale di propri pezzi.
“So our brilliant producer and collaborator Michael Hunter wrote some new string arrangements and we took a week out to go to Real World Studios and record with our friends. The result has exceeded our expectations, is indeed a thing of beauty. We hope you enjoy the songs and agree with us that some of them are actually better than the originals(!). Whether or not you agree with that bold statement we’re sure this work will move you”, si legge quale dichiarazione in riferimento all’uscita di “With Friends from the Orchestra” (features nine classic Marillion tracks re-imagined and accompanied by the In Praise Of Folly String Quartet with Sam Morris – French Horn and Emma Halnan – Flute), diciannovesimo album in studio del gruppo musicale britannico (pubblicato dalla Intact Records) … affermazione questa dalla quale lo scrivente sente di sospendere ogni giudizio, lasciando a gli appassionati ogni considerazione a riguardo, essendo infondo un disco per i fan più incalliti che va ad aggiungersi ad un già lungo catalogo …
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autore: Marco Sica