Alessandro Cortini torna con due novità dopo due anni da Avanti: la nuova collaborazione con Mute Records, etichetta di Nick Cave, Apparat e New Order, e Volume Massimo il suo nuovo album (di cui lo stesso nome suggerisce la modalità di ascolto).
Volume Massimo è un album di modernità ben definita a tratti futuristica, seduce con morbide linee di suono. L’introspezione è centrale, si svolge in modo verticale seguendo la propria trama intrecciata, ha un cuore pulsante e come tale ha anima, carattere, personalità, e vivo reagisce ai temi evocati, empatizzando con l’ascoltatore e avvolgendolo in un’evanescente atmosfera visionaria.
I suoni si diramano in due direzioni: il suono compatto dei synth squarcia come fulmini le nubi di noise che si diffondono oscure. I sintetizzatori modulari offrono una prospettiva surreale, a tratti vitrea, suggerendo forme e atmosfere oniriche dense di bellezza malinconica che lascia trapelare l’amarezza della prima traccia Amore Amaro; così si crea una commistione tra ambient e drone music. Ciò accade nella speculare Amaro Amore dove c’è carica emotiva, la stessa che troviamo in La Storia, e il noise si espande, macchinoso e ostacolato.
Let go è ammaliante e vitrea, il suono si espande in modo raffinato e tagliente, il brano ha un’algida essenza, il suono si riflette in una scatola di cristallo. La sua natura cupa e seducente la renderebbe adatta ad un film noir. Qualche piccolo dettaglio di chitarra rimanda agli 80’ degli Smiths, altri al post rock ma tutta l’originalità e a carico di Cortini.
Batticuore come Let go appare un’avvincente colonna sonora. È perfettamente riprodotto un cuore dal suono artificiale così la percezione è profonda, ipnotica.
I video che accompagnano i brani sono davvero singolari, un valore aggiunto, densi di atmosfere surreali, tra l’aereo e il terreno, caratteristica che si ritrova in tutto l’album.
I protagonisti sono persone a volto coperto da un paraocchi a mo’ di megafono. L’essere umano è depersonalizzato, rinchiuso in sé stesso e ha un campo sensoriale ristretto, indefinito, i corpi si muovono come anime vaganti incapaci di confrontarsi e di vedere l’altro. La visuale è coperta, come se ognuno potesse contemplare in silenzio solo il proprio interiore, il proprio sentimento, amplificandolo senza poterlo condividere.
Il video di Sabbia contiene tutto questo, contiene la lentezza e il calore del deserto, dove i tempi rallentano irreali, synth e riverberi, si espandono distensivi e in questa atmosfera, i protagonisti tolgono la loro maschera, mostrando i loro volti e si avvicinano in un leggero quanto potente abbraccio.
La conclusione spetta a Dormi, robotica e graffiante, vibrante e dark, si affievolisce svanendo aerea.
Volume massimo ha un animo artistico visionario, ti immobilizza e seduce, ha carattere singolare e minuziosamente rifinito. Un marmo finemente scolpito con dettagli introspettivi, non si può che rimanere in balia di questa squarciata bellezza dal lato oscuro dell’amore ricostruito nelle sue trame più malinconiche e oscure.
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autrice: Noemi Fico