Ci fu “Umbrella” … ci fu poi “Glow” … poi la maturità, il passare degli anni e la pacatezza di un’età adulta che ti spinge all’introspezione e a disegnare la vita con colori dolcemente amari di un autunno stemperato dalla primavera.
Se l’esperienza ti porta alla cura dei dettagli in modo saggiamente essenziale, senza barocchismi, spesso accade che la vena compositiva e creativa lasci il passo, declinando in favore di un perfetto bilanciamento che riempie i vuoi del contenuto assente.
E così, il gruppo di Lancaster ha dato alle stampe “See You Tomorrow” (Bella Union) … con Don Peris impegnato a far suonare chitarre, tenui batterie e timpani e Karen Peris a sussurrare che oltre la voce è polistrumentista del sogno, con la sue chitarre, il pianoforte, l’organo a pompa, la sua fisarmonica, la melodica, l’armonica e il mellotron.
Girano i solchi del disco ed è inevitabile non chiedersi quanto peso abbia avuto e abbia la voce di Karen Peris e quale sia il suo valore aggiunto nella caratterizzazione tanto di quel rock-pop alternativo degli esordi quanto dei melanconici acquarelli, negli undici momenti di “See You Tomorrow”.
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autore: Marco Sica