Non sarà necessario aspettare 7 anni come l’ultima volta, tanto era stata la distanza tra un live e l’altro. Sei mesi dopo l’incredibile concerto al Castello Scaligero di Villafranca di Verona che ha registrato il tutto esaurito a luglio, Bon Iver annuncia una nuova e unica data in Italia: il 9 novembre a Milano. Sarà il Mediolanum Forum di Assago a ospitare le note indie folk della creatura artistica di Justin Vernon, che dal freddo Wisconsin ha conquistato il mondo con le sue melodie mitologiche e primordiali.
Un sospiro di sollievo per tutti i fan italiani, che avevano visto l’Italia fuori dalle date europee di primavera annunciate a settembre. Una ventata di gioia per tutti coloro che aspettavano di ascoltare dal vivo i, i l’ultimo disco uscito ad agosto (sempre con l’indipendente etichetta Jagjaguwar) e candidato a tre Grammy (due Bon Iver li aveva già portati a casa nel 2012).
“i” è il loro quarto album, registrato in Texas al Sonic Ranch – non lontano dal confine messicano – a 1500 miglia da quel Wisconsin da dove tutto ha avuto inizio. Una nuova stagione: come lo stesso gruppo ha definito il progetto.
Quando Bon Iver pubblicò per la prima volta For Emma, Forever Ago all’inizio del 2008, fon apparve come uno dei più talentuosi cantautori della sua generazione e rivelò un suono legato a una stagione di contemplazione, come un freddo e cupo inverno. Quattro anni dopo, con Bon Iver, Bon Iver il clima era diverso: si avvertiva freschezza, speranza, linfa e movimento. Era il ronzio della primavera.
Nel 2016 arrivava 22, A Million: di nuovo qualcosa di diverso, che la band definiva “il nostro disco di pazza energia estiva”.
Ora il ciclo si chiude con i,i: un album dai colori autunnali, intimo e riflessivo.
“Sembra il nostro lavoro più adulto, il più completo”: dice Justin Vernon. “È come quando attraversi tutta una vita, quando il sole inizia a tramontare e allora inizi a guardare in prospettiva”.
Le registrazioni al Sonic Ranch hanno portato a uno stato di calma creativa incanalata nel cuore di ogni canzone. Liberato dalla distorsione vocale che un tempo rispecchiava un periodo di paura e panico, Vernon ora canta dell’equilibrio tra individuo e comunità, ispirazione e creazione.
“Il titolo del disco può voler dire qualunque cosa rappresenti per voi o per me. È un disco sull’identità. Quanto sia importante o inutile essere sé stessi, quanto in verità siamo tutti connessi”.
fonte: com. stampa