Con questo lavoro Holehouse fa una virata passando così dal blues dei dischi precedenti all’alternative country. Registrato con Robert Hobson, che ha lavorato prevalentemente in ambito metal, i nove brani di “Come” sono maturati nell’arco di cinque anni. Vicino alla sonorità proprie di gente come Leonard Cohen, The National, Smog, Lambchop e Bonnie Prince Billy “Come” si ascolta con molto piacere data la grazia che l’avvolge. Tuttavia, in alcuni frangenti si avvicina anche allo Steve Earle più morbido, come nella splendida ballata di “Aviero”, o come anche negli accenni di rock di “Placed lake”. Tuttavia, la struttura dei brani è quella di un cantautorato folk che con “Numbers game” evoca il Micah P. Hinson più intimista. La lenta e arpeggiata “One day at a time” ci accompagna in territori morbidi e accoglienti, così come “(I’m not) Icarus” che riempie l’aria con un approccio orchestrale e corale, quasi da opera rock. Un disco che non lascerà indifferenti gli appassionati di alternative country.
https://timholehouse.com/
https://www.facebook.com/TimHolehouseMusic/
autore: Vittorio Lannutti