Agli esordi, ormai vent’anni fa, i Klippa Kloppa furono tra i gruppi italiani capaci di contestualizzare nella musica italiana, e sviluppare in modo personale, quell’attitudine rock chitarristica e synth-pop molto libera, sperimentale, naif, valvolare, fisica e diy tipica della musica americana degli anni 90, senza ripresentarla in maniera calligrafica come moltissimi facevano, qui da noi.
Nel nuovo disco intitolato Liberty la messa a fuoco è tutta incentrata sulla forma canzone, senza le divagazioni circolari che spesso il gruppo intraprendeva in passato, e fanno bella mostra di sé diversi brani di forte presa pop rock capaci di lasciare un segno, portatori di atmosfere molto suggestive, con ritmi e suoni concreti, dal sapore verace, fisico, e strutture musicali avvolgenti e psichedeliche dai suoni e dai ritmi vari. I testi delle canzoni sono una sfida ed un’esplosione di significati, tra l’osservazione indolente del proprio circondario metropolitano in ‘Cotidie’, temi sociali celati dietro cespugli di metafore in ‘Cinghiali’, surrealismo e humour a piene mani in tanti brani.
‘Lyudmila Pavlichenko’, che cita la formidabile soldatessa dell’armata rossa, ma anche ‘Bach’, sono due esempi di come i Klippa Kloppa riescano a ricreare nelle proprie canzoni delle atmosfere portanti molto suggestive, con suoni retrò – ‘Nature Morte’ e ‘Incido sull’Atmosfera’ – ed alternanza di voce maschile e femminile su musiche talvolta ruvide – ‘Incido sull’Atmosfera’ – talvolta minimali ed ipnotiche – appunto ‘Lyudmila Pavlichenko’ – a vantaggio di un risultato realmente musicale, istintivo, giocoso, che bilanci l’aspetto, diciamo così, mentale e contenutistico.
Nel disco troviamo una carrellata di singoli potenzialmente di culto, tutti da scoprire, per un gruppo che, nel paesaggio musicale pop italiano, è praticamente marziano.
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autore: Fausto Turi