Dopo il clamoroso sold out con sei mesi di anticipo all’Alcatraz di Milano, e l’annuncio del concerto evento all’Arena di Verona The Lumineers faranno ritorno in Italia per altre due imperdibili date:
domenica 5 luglio 2020 a Roma presso Auditorium Parco della Musica – Rock in Roma (biglietti
Parterre: 40 euro Tribuna centrale: 60,00 € + d.p. Tribuna mediana: 50,00 € + d.p. Tribuna laterale: 38,00 € + d.p. Tribuna alta: 30,00 € + d.p.) e lunedi 6 luglio 2020 a Torino presso OGR – Officine grandi riparazioni (biglietti 35,00 € + d.p.) e ancora domenica 12 luglio 2020 presso l’Arena di Verona (biglietti Poltronissima: 60,00 € + d.p. Poltrona: 55,00 € + d.p. Gradinata Numerata primo settore: 60,00€ + d.p. Gradinata Numerata secondo settore: 50,00€ + d.p. Gradinata Non Numerata: 40,00€ + d.p.
Sono passati setti anni dalla pubblicazione dell’omonimo album d’esordio che li ha resi famosi in tutto il mondo e ben tre da “Cleopatra”, il disco che ha consacrato il loro talento e successo mondiale.
The Lumineers fanno ritorno sulla scena musicale con “III”, il terzo album in studio pubblicato il 13 settembre via Dualtone, distribuzione Universal.
Il loro coinvolgente sound ha scalato le classifiche mondiali conquistando milioni di fan grazie anche al loro omonimo disco di debutto nominato ai Grammy Awards come “Best New Artist” e “Best Americana Album”, rimanendo per 46 settimane alla #2 posizione della Billboard 200.
The Lumineers nascono nel 2005 dall’incontro tra il chitarrista e cantante Wesley Schultz e il batterista Jeremiah Fraites, entrambi cresciuti a Ramsey, un sobborgo a sud di New York.
Nel 2009 stampano un primo EP, ma il successo arriva nel 2011 quando il brano “Ho Hey” viene notato e utilizzato come sigla della serie tv “Hart of Dixie”. La band firma quindi un contratto con la Dualtone Records e il 3 aprile 2012 pubblica il suo album di debutto, intitolato semplicemente “The Lumineers”.
A quattro anni di distanza dal disco che li ha consacrati, la band torna sulla scena musicale con un secondo lavoro, “Cleopatra”, prodotto da Simon Felice, che dimostra come Schultz e Fraites non abbiano dato la loro fortuna per scontato, né si siano seduti sugli allori.
Sono passati tre anni e The Lumineers sono pronti a fare il loro ritorno sulla scena musicale con “III”, in uscita per Dualtone, distribuzione Universal, il 13 settembre: ogni nota e ogni sillaba sono cariche di emozioni.
Per questo progetto Schultz e Fraites hanno voluto rinnovare la collaborazione con Simone Felice e con la violinista Lauren Jacobson. Con loro anche il pianista Stelth Ulvang, il vocalist e bassista Byron Isaacs e il polistrumentista Brandon Miller. (Dopo otto anni, la violoncellista e cantante Neyla Pekarek ha lasciato il gruppo nel 2018 per intraprendere la carriera da solista.)
Il lavoro è intitolato “III” non solo perché è il terzo album in studio della band, ma, in modo più significativo, perché nove delle canzoni che lo compongono sono presentate in tre capitoli, ognuno incentrato su diverso personaggio (oltre alle nove canzoni, l’album contiene tre bonus track che non rientrano nella narrativa).
La progressione narrativa dell’album è così serrata da far supporre sia stato creato con premeditazione. Al contrario però il lavoro è nato da una serie di elementi non connessi tra loro ma uniti magicamente.
Questi elementi sono tratti dalle pagine di un diario che Schultz ha scritto più di un decennio fa: in queste note parla del tentativo straziante di salvare un parente dall’alcolismo, della sua famiglia e della sua infanzia.
L’idea del nuovo album inizia a prendere piede nel 2017 mentre la band si trovava a Catskills, dove Felice vive e lavora. In collaborazione con Fraites, il cui pianoforte espressivo gioca un ruolo centrale nel dramma e nella bellezza di queste canzoni, Schultz ha affinato e collegato tra loro i personaggi che abitavano le canzoni che avevano composto. Il risultato è la storia di tre generazioni di una stessa famiglia: la nonna, Gloria Sparks; suo figlio, Jimmy Sparks; e suo nipote, Junior Sparks. Ognuno di loro sarebbe stato al centro delle tre canzoni che avrebbero composto uno dei tre capitoli dell’album.
Di solito i fan non associano The Lumineers all’oscurità. “Quando la gente ascolta ‘Ho Hey’ pensa sia una canzone solare” dice Fraites. “E va bene, quello era il nostro intento. Volevamo che fosse così e volevamo quell’atmosfera. Ma questo era sette anni fa, e le nostre vite sono cambiate notevolmente da allora”. Nel 2018 Schultz e Fraites sono diventati entrambi padre per la prima volta.
“Innanzitutto”, aggiunge Fraites, “quando io e Wes scriviamo, ci interessa solo comporre una buona canzone; la musica viene sempre prima di tutto. Questa raccolta di canzoni è nata in modo meraviglioso, e sento che con questo album abbiamo davvero raggiunto il nostro obiettivo”.