Noto da qualche tempo come la scena musicale modenese sia in crescente fibrillazione, svelando formazioni che, dopo un lungo letargo preparatorio, escono allo scoperto solo nel momento di aver consapevolmente realizzato un prodotto soddisfacente, che sia espressione di massima convinzione e senza i classici pentimenti postumi. Prima che i Kaos India scodellassero i dieci pezzi di “Wave“, ne hanno date di pennate alle loro chitarre e chissà quante pacche sulle pelli della batteria sono state inferte prima di compattare il sound perseguito. Ecco che allora capisci come possa sgorgare una griffe stilosa e ben raffigurata di alt-rock-wave e post-grunge.
“A second” please: la traccia capolista , con ottimo fragore iniziale, picchia per forgiare pregiate galassie melodiche,
mentre “Who needs who” non è per deboli di cuore, per il susseguirsi di suoni compatti ed immagini a velocità furiosa (vedere la clip). Appena il tempo di assorbire le angolature ponderative di “Half” che torna il fluire rock-wave di “The void“, con tipici trillati dispersi nel cosmo. Invece, in “Don’t stop” le chitarre ondeggiano con carattere anni ’80 e su base più contenuta rispetto alla media, ma l’invito a non mollare è più fervido che mai. “Call to mind“, richiama alla mente non solo certa cupezza di Editors ed Interpol, ma anche dosi di grinta ballad in territori hard, mentre “Eyes” vibra di movenze personali,
irrobustendo fraseggi di basso ed alzando di più i volumi delle svisate di contorno.
“Stay” si tuffa in un’oceano di corde altisonanti che ondeggiano a largo e direzionate verso il bagnasciuga emozionale. La penultima “Close” rilancia , a dovere, la ritmica evitando opulenze inutili, per non svilire la coerenza ideativa che si sono imposti nel percorso dell’opera. Fiammante e dinoccolata, “Burn away” chiude la rassegna con un sorbetto rock-wave che va giù a meraviglia. Completato l’ascolto, ora non si tiri più fuori la storiella consunta che, in Italia, sia difficile impattare progetti qualitativi e che quello che si sente sia, in gran parte, derivativo (da Editors, Kings of Leon, The 1975 ecc.). Già la buona sorte vi ha accarezzato con la conoscenza di “Wave” e non è cosa da poco: in aggiunta, è un album che dispensa disquisizioni sui meccanismi che ruotano intorno ai rapporti interpersonali e sui loro contrapposti emotivi, attraverso 10 messaggi dal mood intenso e riqualificante. Se non fosse ancora chiaro, i Kaos India parlano a noi con l’intento di riflettere insieme a voce alta.
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autore: Max Casali