L’incontro tra le due cantautrici Ginevra Di Marco e Cristina Donà, le cui carriere musicali hanno percorso linee parallele, affiancate, dai reciproci esordi negli anni 90 fino ad oggi, è uno degli eventi più interessanti dell’anno per la musica italiana, qualcosa cui dedicare attenzione in un panorama musicale nazionale che troppo spesso sembra scaldarsi più per il gossip che per i contenuti.
A scanso di equivoci, l’operazione non ha nulla di autocelebrativo ma trova subito, già nel primo brano intitolato ‘Un Passo alla Volta‘, un tema centrale, storicamente presente nella musica delle due artiste, ovvero l’impegno per l’affermazione del femminile, diciamo così, nella nostra epoca, la liberazione di quel potere simbolico e spirituale, di quel punto di vista altro, rispetto al maschile dominante, sulla realtà, che possa sbloccare l’energia nuova che porti rinnovamento. Il brano ha un arrangiamento spiazzante, con una pulsazione basso/magnellophoni e squarci spaziali, a dispetto di un andamento movimentato.
‘Camminare‘ è un brano firmato da Cristina Donà che introduce la metafora del procedere, dell’attraversare la propria vita come un continuo, vitale atto creativo, concetto sviluppato anche nei “passi” di cui parla ‘Confine‘, su testo di Francesco Gazzè, su cui aleggia sempre un rintocco che dice: “non avere paura, non devi tremare”, e qui in evidenza ancora una volta il puntuale arrangiamento di Francesco Magnelli, ex CSI come Ginevra Di Marco, il cui contributo a questo disco si rivela molto importante.
‘La Rosa Enflorece‘ è la rivisitazione di un antico canto sefardita in lingua spagnola, un lamento d’amore struggente sulla sofferenza, il desiderio e l’illusione dell’amore; e sentire Ginevra Di Marco cantare in spagnolo rimanda automaticamente al bellissimo suo disco dell’anno scorso, La Rubia Canta la Negra, dedicato a Mercedes Sosa, mentre ‘Così Vicini‘ e ‘Perpendicolare‘ di Cristina Donà, sempre cantate a due voci, sono riletture più intime di due canzoni, quasi due preghiere, del disco della cantautrice di Rho del 2014, disco intitolato appunto Così Vicini, una delle vette della produzione artistica della Donà, fortemente incentrato sulla spiritualità.
‘J‘, invece, rilegge un classico del 2005 di Ginevra Di Marco dall’incedere musicale molto CSI, giusto un attimino più solare; molto CSI anche per il testo che elenca, un po’ nello stile enfatico di Giovanni Lindo Ferretti, una serie di folgoranti immagini cariche di simbolismi, per esempio quando dice: “andatura sicura saturnale / con istinto animale, annusi l’aria…”. Manca invece, nel disco, il brano ‘Del Mondo’, superbo classico proprio dei CSI che il duo ad ogni modo sta eseguendo in tutti i concerti recenti, e che infatti ben si inserisce per tematica e struttura musicale nello spirito del progetto, col racconto del declino del Mondo in cui viviamo, e l’esigenza di un rinnovamento. C’è invece ‘1/365‘, brano assolutamente da recuperare dei PGR, di cui anche Ginevra Di Marco fece parte, contenuto nel disco Montesole (2001).
Altro aspetto da sottolineare è poi l’armonizzazione delle voci delle due cantanti, molto diverse per timbro e spinta, che giocano di continuo creando piacevoli, imprevedibili sfumature, più folkloriche nel caso di Ginevra Di Marco, più rock nel caso di Cristina Donà.
Il disco dunque raccoglie inediti scritti per l’occasione nella prima parte, e rivisitazioni di propri brani nella seconda, per un totale di otto canzoni. L’impressione è che si sarebbe potuto probabilmente lavorare meglio in fase di promozione, in modo da valorizzare maggiormente la collaborazione, il disco e l’attuale tournèe delle due cantautrici, alla luce della statura dell’operazione.
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autore: Fausto Turi