Thom Yorke si è dato da fare in questi ultimi tempi. Da poco ha festeggiato i suoi 51 anni e la sua produzione è ancora in piena escalation, più ispirata che mai .
Nel 2020 lo rivedremo in tour in Europa e precisamente in Italia si esibirà in data unica il 9 Luglio al Milano Summer Festival presso l’Ippodromo Snai San Siro, ma sono confermate da tempo partecipazioni importanti al Festival di Roskilde in Danimarca e al Festival Open’er a Gdynia in Polonia. Senza dubbio sarà la sua annata e visto quanto si è mostrato generoso in concerti recenti, in produzioni soliste e collaborazioni con il mondo del cinema, possiamo intanto goderci le ultime novità dell’anno: il singolo Daily Battles, l’Ep Not The News e l’album Anima. Vediamoli nel dettaglio.
DAILY BATTLES
Thom Yorke e Flea storicamente legati dal progetto Atoms For Peace e da una lunga amicizia, si sono ritrovati a collaborare per il singolo Daily Battles, che farà parte della colonna sonora di Motherless Brooklyn, regia di Edward Norton in uscita il prossimo 1 Novembre.
Il brano è di fattezze delicate, cupo e malinconico, brividi a fior di pelle al punto giusto. Provare per credere, armatevi di cuffie e totale isolamento e vi gusterete Flea al basso e trombe con Yorke all’immancabile piano. E nel caso in cui non foste contenti, esiste anche una versione jazz, strumentale, eseguita dal compositore Wynton Marsalis, dove Daily Battles diventa la trama di un racconto noir .
Yorke è solito collaborare nelle produzioni cinematografiche e non solo. La più recente dopo Daily Battles è proprio Suspiria, album interamente scritto per l’omonimo film di Guadagnino.
NOT THE NEWS RMX EP
Altro regalo di Yorke è un nuovo Ep, un remix in quattro versioni del brano “Not the News”contenuto in Anima. In una versione più estesa, Yorke ne lascia quasi inalterata l’essenza, mentre Mark Pritchard la capovolge, inserendo suoni tribali . Equiknoxx rende la stessa più inquietante e vitrea, il suono sembra viaggiare in un tubo di vetro con un fare sinuoso e la voce di Yorke di venta una sporadica apparizione distorta, remix dal carattere puramente ambient. Clark nell’ ultimo remix, cede spazio al noise, sempre più stravolta la voce di Yorke si poggia su un ritmo caotico, ingombrante e fastidioso e fuori sincrono ma la contempo ipnotico. Eh no non è per niente un ascolto rilassante.
ANIMA
Terminiamo in bellezza con l’ultimo album della produzione solista di Yorke .
Anima, dall’alto della sua stessa profondità, vanta una prospettiva aerea, che contempla in modo preoccupato la realtà, la sorvola osservandola da punti di vista originali. Decodifica la stessa e come un caleidoscopio, ne scinde la visione, sfoca la realtà e per ricompattarla in un’altra configurazione .
Yorke e Godrich hanno nuovamente collaborato spalla a spalla,il primo creando frammenti sonori, densi di paure e ansie sparse, raccolte, riunite poi da Godrich, che fondamentale, ha trasformato il tutto in campionamenti e loop, dando il via ad un processo maieutico di totale ripulitura dalle sovrastrutture classiche del brano. Se il testo si va ad affinare, a sfumare, tra i dettami tecnologici e le intricate trame elettroniche, dal suono emerge una pura astrazione, geometrica, un suono libero e pregno di profonde emozioni caotiche e contrastanti. Apatia e sogno, fallimento e oscurità, emotività e morte.
Anima proviene dalla scia di “Tomorrow’s modern boxes” ma è un album che ha assimilato elementi da tutto il percorso personale e artistico di Yorke, aumentandone l’intensità , è distopico, surreale, criptico.
Traffic è un collegamento biunivoco tra i pensieri che fluiscono veloci nella mente e il mondo che viaggia frenetico e ripetitivo, meccanico e scandito. Suoni sono freddi e spigolosi, è lo stesso fare ossessivo che ritroviamo in Twist, ma qui più oscuro ed inquietante. Il brano è un racconto più fluido ma poco prevedibile nella struttura, accresce un senso di tensione, nonostante la perfetta cura estetica del suono. Brano semplice all’apparenza, si apre dopo una manciata di minuti: il synth riempie lo spazio, il suono si schiarisce come il cielo dopo il temporale .
Last I heard echi e tastiere suonano a mo’ di organo a creare un’ atmosfera solennemente cupa che si processa in senso circolare, concludendosi in un noise e synth isterici acuti. Voci inconsistenti accompagnano in lontananza The Axe. Vibranti synth e ritmo pulsante che si riverberano come increspature di onde. Si diffonde in una sinistra eco e pervade un senso di instabilità accompagnato da suoni cristallini, scintillanti e taglienti, frutto di una fitta delusione. Ritroviamo in The Axe molti elementi degli Atoms For Peace lo stesso accade per Impossible Knots, Runawayaway ed anche per I am a Very Rude Person, dove il disfattismo del testo, misto alla linea melodica “positiva”,rende in musica ciò che connotiamo come black humor. É uno dei pochi momenti in cui troviamo la chitarra molto presente .
Tra una inquietudine e l altra, Dawn Chorus appare delicata. Non c’è ansia ma un momento di disarmo: è il culmine della profondità. Distensione e riflessione terrena. È un recuperare i pezzi nel mezzo della tempesta, immancabilmente si perde qualcosa e rimane solo un senso di pace, che evanescente si disperde nell’aria.
Not the news già presente negli scorsi tour, brano iniziale del corto di Anderson, ha un ritmo incisivo e riconoscibilissimo. È un affollamento di suoni, di entità, ritmi sovrapposti, synt. Rappresenta la moltitudine affannata che incede e da cui vogliamo scappare, restando inevitabilmente intrappolati ,come nella tela di un ragno. Brano rilevante nell’album Anima, tanto da dedicare ad esso, un Ep .
Frammenti di anima che si ricompattano in una singola melodia a ribadire che non è sempre un’emozione positiva ad ispirare un grande lavoro . L’ansia, la paura e altri sentimenti negativi, possono esser veicolati per qualcosa di migliore come accade in questo caso, possono essere sfruttati come direttori di orchestra, tali da creare sinfonie ascoltabili al di là dell’udito, percepite come un interrogativo, un racconto senza finale, sospeso, pronto per esser continuato.
autrice: Noemi Fico