Non sempre la fine di qualcosa è sinonimo di rimpianto o malinconia ma ci sono quelle volte che, invece, raggranellare le ceneri di un progetto e ridarle forma, sotto altra identità, fa scattare nuovi stimoli ed inediti entusiasmi. Nel cuore del trio bresciano dei Sartoria Volume le cose sono andate proprio cosi, abbandonando l’eredità rock della precedente band dei Vitanova e traslocare il tutto in un nuovo mondo pentagrammato, fatto di pop, elettronica, indie per dar vita, appunto, a questo inedito atelier musicale contemplato per dar modo , a chi ascolta, di sentire posarsi addosso un comodo e fresco vestito: uno indicato per ogni occasione.
Al momento, quelli da indossare sono quattro in questo e.p. d’esordio ma è facile intuire che, con il ritrovato e rinnovato fervore, i Sartoria Volume saranno già all’opera per scrivere altri pezzi per un imminente full-lenght, con l’auspicio di non farci aspettare molto poiché il gradimento di questo lavoro stimola languorini per altri episodi.
Indossando il Bordato, si parte ludicamente con il singolo “Ballo coi serpenti” che, dietro un andazzo brioso, si vogliono esorcizzare tutte le insidie che propina la vita ed allora, tanto vale conviverci con esse, possibilmente col sorriso. Col Doppiopetto, ancor più dinamica è “Ora d’aria”, foderata in chorus indie-wave che fa rimbalzare la mente con segmenti terra-aria, spingendola in abbraccio cosmico: brano dal piglio moderno e coinvolgente. Con lo Smoking, facciamoci ammaliare dalle “Sirene” dei Sartoria Volume perché ora ci zavorrano, con classe raffinata, in sonorità cosmic-pop , donando un g(i)usto sapore d’avanguardia. Con lo Smanicato, e tenendo fede all’intento diversificante, chiudono il pokerino con il delizioso pop-reggae di “Vi adoro tutti” : ironico abbraccio globale rivolto ai soggetti più stravaganti ed approssimativi che s’impattano nel nostro vivere. Quella esibita dai Sartoria Volume è una foggia scritturale con graziose frangie colorate, che saranno le basi per entrare nell’elite dell’alta moda musicale: basterà non adagiarsi e continuare a cucire spartiti con attenzione per non creare “abiti” fallati: rischio che, francamente, non intravedo all’orizzonte.
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autore: Max Casali